Eredità, in caso di morte del marito la moglie ha diritto all’intero patrimonio. Esaminiamo che cosa dice la normativa.
Con la morte di una persona si apre una fase nella quale i familiari del defunto devono affronatre molte incombenze. Non si tratta esclusivamente di confrontarsi emotivamente con la perdita e il lutto, ma con una serie di adempimenti da seguire, a partire dalla dichiarazione di successione o dalla pratiche bancarie.

Si pone poi un altri problema, quello relativo all’eredità e alla suddivisione dei beni della persona defunta. Il tema è assolutamente complesso e non casualmente è regolato dalla legge con una serie di articoli del Codice Civile. Una materia tutt’altro che semplice. Anche il caso di morte del coniuge ci sono delle osservazioni da fare, per avere un quadro dettagliato della situazione ereditaria.
Morte di un coniuge, a chi spetta il patrimonio del defunto
Diciamo immediatamente diciamo che secondo la legge al coniuge superstite da solo, cioè senza figli, senza ascendenti e senza fratelli o sorelle della persona scomparsa spetta l’intero patrimonio. Ma se vi sono dei figli le cose sono diverse.

Infatti se oltre al coniuge superstite c’è un figlio, il patrimonio va diviso in parti uguali tra genitore e figlio. Se i figli sono più di uno ad essi spettano i 2/3 del patrimonio del defunto, mentre al coniuge superstite va il restante terzo. Invece cosa succede se non ci sono figli, ma la persona scomparsa ha fratelli e ascendenti in vita? Se ci sono ascendenti e fratelli in vita del marito defunto, alla moglie spettano i 2/3 del patrimonio.
Ma non solo. Infatti secondo quanto previsto dal Codice Civile al coniuge superstite spetta il diritto di abitazione sulla casa familiare e l‘uso dei mobili che la arredano, se proprietà del coniuge scomparso o comune. E questo anche se ci sono fratelli e ascendenti in vita della persona scomparsa. Da ricordare che il diritto di abitazione è indipendente dall’eredità. Infatti questo diritto si acquisisce anche nel caso si rinunci all’eredità del de cuius.
Inoltre rinunciare a questo diritto di abitazione non comporta la rinuncia all’eredità stessa. A ulteriore dimostrazione come le due cose siano separate. Quindi se una moglie viene impedito il diritto di abitazione nella casa coniugale, può chiamare in giudizio chi la ostacola. Come si vede si tratta di una tutela delle condizioni del coniuge superstite, per evitare che oltre al lutto si trovi anche a confrontarsi con le pretese degli altri eredi.