In questo modo si rischia di perdere tanti soldi: il caso

Miliardi a disposizione che rischiano di andare persi. E’ il quadro prospettato da uno studio dell’Università di Bari

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Pnrr, progetti a rischio al Sud ( Adobe) – Consumatore.com

E’ allarme risorse, o meglio, è allarma circa la capacità di spendere. Si tratta delle risorse del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono gli investimenti dei fondi europei di cui una parte a fondo perduto per una percentuale di circa il 40 per cento, rischiano di non essere spesi in Italia.

La problematica riguarda principalmente alcune città del Sud. Infatti, il nodo della vicenda è incentrato sulla carenza di personale. Da diversi anni l’introduzione di un regime di controllo della spesa anche degli enti locali ha fatto piombare diversi comuni del Sud in uno status di pre-dissesto.

Pnrr, le città del Sud senza il personale per realizzare i progetti

Pnrr, progetti a rischio al Sud ( Adobe) – Consumatore.com

Questa situazione provoca il blocco delle assunzioni. La conseguenza è la graduale riduzione in circa dieci anni della forza lavoro alle dipendenze degli enti locali. Infatti, sono diverse le città del Sud che hanno un numero di impiegati in proporzione agli abitanti residenti nettamente al di sotto della media nazionale.

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Sono in particolare sette i comuni che si trovano in una vera e “assoluta emergenza” secondo uno studio dell’Università di Bari. Le sette città in difficoltà con il numero di personale negli uffici sono Napoli, Brindisi e Taranto, Reggio Calabria, Catania, Messina e Trapani.

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Le opere del piano di ripresa e resilienza vanno concluse entro il 2026. Le attuali risorse di personale impediscono a diversi comuni di riuscire a realizzare tutti i progetti entro quella data. Il pericolo è quello di non arrivare a compiere tutte le opere possibili. Si tratta di un clamoroso cane che morde la coda.

Infatti, ci sono fondi in parte da non restituire all’Europa per migliorare i servizi e nelle città dove ci sono maggiori disservizi si rischia di non spenderli per carenza di personale e di servizi. Sembra uno scioglilingua ma è la cruda realtà che va risolta dal governo in un modo tale da non permettere che il Mezzogiorno perda questo importante treno di sviluppo.

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