Il GPDP punta i riflettori su “Fakeyou”: chi usa la app deve stare attento a non commettere reato

La App Fakeyou consente di parlare con la voce degli altri. Il Garante per la privacy chiede spiegazioni. La voce è un dato personale

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Megafono (Foto Adobe)

Quando si parla di dati personali e di privacy, si pensa a dati anagrafici, età, inclinazione sessuale, foto compromettenti, ed in generale l’uso dell’immagine. Ora si è aggiunto un elemento nuovo: la voce. Ed il Garante per la privacy è perplesso. Una app, messa a punto dalla società “The Storyteller Company – Fakeyou”, consente agli utenti di creare audio con la voce di qualcun’altro. E questo non si limita ad essere un gioco divertente. A parte le implicazioni personali all’interno dei rapporti, dove diventerebbe complicato capire l’autenticità della messaggistica vocale ed addirittura delle telefonate, la questione della privacy riguarda molto i personaggi famosi.

Che essendo più in vista di altri si espongono maggiormente al rischio di dichiarazioni false e pubblicate sui social. Detto in poche parole, anche se la App è nata a scopo ludico, ciò non toglie che si presta perfettamente a diffondere delle fake news sul web, il veleno che corrompe ed uccide l’informazione mainstream.

Nella app per il momento si troveranno esclusivamente voci di personaggi famosi, e non di amici o parenti, ma non è detto che un’evoluzione successiva non ci possa arrivare. Come nel famoso programma radiofonico “La guerra dei mondi”, condotto ed ideato da un giovanissimo Orson Welles, nella peggiore delle ipotesi si potrebbe creare panico generale a partire da un’informazione falsa.

Si può immaginare ad esempio, tanto per giocare con la fantasia, che venga pubblicato un audio con la voce del Presidente degli Stati Uniti che annuncia l’imminente lancio della bomba atomica. Che effetto può avere? Si sa che il web è un detonatore che in brevissimo tempo può diventare incontrollabile.

Ed infatte il Garante per la privacy storce un po’ il naso e si pone nella posizione di aprire un’istruttoria prima di decidere se la App viola o no diritti personali. In un comunicato stampa datato il 12 ottobre, l’Autorità spiega che “le preoccupazioni del Garante si indirizzano verso i potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale, quale è appunto la voce”. Ed inoltre chiede alla società produttrice di Fakeyou, di “fornire le modalità di “costruzione” della voce dei personaggi famosi, il tipo di dati personali trattati, nonché le finalità del trattamento dei dati riferiti ai personaggi noti e agli utenti che utilizzano l’app”.

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