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Cittadinanzattiva, le comunità energetiche contro lo spopolamento

Esce una guida per contribuire ad una maturazione della consapevolezza energetica e a dar vita ad un’economia comunitaria. I dettagli

Comunità energetiche (Foto Anders J on Unsplash)

Più che una convinzione è una certezza: dalla odierna crisi internazionale ne usciremo trasformati come cittadini appartenenti alla Comunità Europea, quanto individualmente, segnati dall’ennesima cicatrice che fa seguito all’emergenza sanitaria dal Covid. Anche in questa circostanza i termini del dibattito riguardano la trasformazione socio-economica dei popoli e dei centri che vi occupano.

Potremmo cogliere dalla prospettiva presente della penuria energetica un’occasione di riorganizzare persino il rapporto tra cittadino e il resto della comunità? A quanto, dalla guida appena pubblicata da Cittadinanzattiva, non è soltanto possibile ma è necessaria. Alla base del singolare “progetto” proposto vi è l’istituzione di un’entità quantomai coerente con la realtà odierna: si tratta di far nascere le cosiddette “comunità energetiche”. 

Ognuna di essa prende vita dall’unione volontaria di cittadini ad aderire ad un contratto di produzione, consumo e gestione dell’energia, associato ad uno o più impianti energetici localmente distribuiti. Una parte dell’energia prodotta è destinata al consumo diretto da parte dei prosumer, ovverosia i cittadini coinvolti come produttori e auto consumatori, e dunque in qualità di possessori di impianto di produzione energetica.

La parte – invece – considerata esubero viene a sua volta reintrodotta all’interno di una rete locale. Per raggiungere questo secondo obiettivo, un Gruppo di acquisto di energia avrà la responsabilità – mediata da un soggetto organizzatore – di negoziare uno sconto sul prezzo dell’energia elettrica o del gas con i fornitori che fisiologicamente si proporranno abbassare le tariffe sull’orizzonte dell’acquisizione di nuovi clienti.

Ricondotta nell’ambito del progetto RE-USER finanziato dal Ministero dello sviluppo economico, la guida “Le comunità energetiche e i gruppi di acquisto – Come rendere i cittadini protagonisti nel mercato dell’energia” include inoltre un glossario utile al cittadino per favorire una nuova coscienza di sostenibilità energetica a partire dalle alternative che possono essere attivamente messe in atto.

Ad oggi si contano 35 comunità energetiche pienamente operative a fronte di 100 formalmente presenti sul territorio: un gap dovuto alla mancanza di sufficiente informazione sugli incentivi foraggiati dalla normativa, il quale dovrebbe essere superato dall’uscita dei bandi per l’assegnazione – da parte del MITE – dei 2,2 miliardi di euro previsti dal PNRR verso appunto lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili presso i comuni sotto i 5mila abitanti.

Pubblicato da
Roberto Alciati