Tecniche al supermercato per confondere: fanno spendere di più

Quando si entra in un supermercato, nonostante le decine di offerte, è difficile risparmiare; ma un’indagine svela come fare. I dettagli

Tecniche al supermercato per far spendere di più
Supermercato (Foto Pixabay)

Tra le necessità della vita, una delle più fisiologiche è quella di nutrirsi; pertanto, come appartenenti alla società moderna, quella di fare la spesa, più o meno quotidianamente. A partire dalle mura domestiche, in effetti, prende forma una sorta di combattimento interiore tra il frigorifero e la credenza, in cui bisogna decidere su ciò che è realmente necessario e che vada ad allungare lecitamente la lista che si sta compilando.

E poi la fase più importante: recarsi al supermercato. Certo, sono di odierna cronaca le difficoltà che gravano sulle spalle dei consumatori, alle prese con un aumento generalizzato dei prezzi sui beni di consumo, inclusi molti beni essenziali. Sembra dunque che tra gli scaffali non possa serpeggiare alcuna notoria illusione, eppure, nel momento in cui ci troviamo a pagare alle casse non sappiamo quasi mai giustificare a noi stessi l’importo complessivo.

Tecniche al supermercato per confondere: ecco di cosa si tratta

Tecniche al supermercato per far spendere di più
Supermercato (Foto Pixabay)

Le offerte accompagnano il famigerato passaggio tra le file di scaffali ma, nella sostanza, non si realizza il millantato risparmio. Sul piano quantitativo, non è difficile deragliare dalla scelta propedeutica dettata dalla lista che abbiamo con noi, ma in fondo lasciamo un discreto spazio “sentimentale” ai condizionamenti delle circostanze (quelle dettate dalle proposte).

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Come cartina di tornasole, giungono i risultati dello studio inglese di Which?, tutto incentrato sulla ricerca della soluzione di prezzo più economica ma essa non si realizza mai e per una semplice ragione di metodo: sullo scaffale abbiamo ad esempio una lattina con dato prezzo; vicino, la “convenientissima” confezione da ben sei lattina (e già l’equazione inizia a farsi meno chiara); e infine, la stessa bibita nel formato bottiglia.

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A prevalere è la componente della confusione. Un “virus” questo che coinvolge – secondo la ricerca – il 72 per cento dei prodotti che scorrono di fronte al nostro carrello. Spesso è assente il costo per unità (anche di misura), la cui presenza potrebbe produrre termini di paragone, come per esempio individuare il prezzo per 100 g o 100 ml o al kg o al litro. E talvolta le unità utilizzate sono diverse per gli stessi tipi di prodotto.

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