Assegno mantenimento, non spetta se il matrimonio finisce così

In quali condizioni l’assegno di mantenimento non è assegnato dal tribunale al coniuge richiedente, cosa dice la giurisprudenza

assegno di mantenimento durata matrimonio
Assegno di mantenimento (Foto Unsplash)

Le separazioni e i divorzi sono momenti delicati della vita di una persona e di una coppia, coinvolgendo direttamente gli interessi dei figli, qualora vi siano, e gli aspetti economici ed emotivi della convivenza. Non sempre affrontare la questione delle separazioni e del divorzio è semplice, vista la gran mole di sentenze e disposizioni intervenute nel tempo a modificare i principi iniziali che regolano l’istituto.

L’assegno di mantenimento altro non è che il contributo previsto dalla legge a favore del coniuge separato e dei figli. Anche i requisiti per l’ottenimento del mantenimento sono previsti espressamente dalla norma e sono inerenti alle condizioni materiali dei coniugi, alle ragioni della decisione di separazione e al contributo economico e personale apportato alla coppia da ciascuno dei due coniugi.

Quando l’assegno di mantenimento non spetta, un caso da considerare

assegno di mantenimento durata matrimonio
Assegno di mantenimento (Foto Unsplash)

Il giudice in sede di valutazione decide anche sulla base del reddito dei coniugi assegnando l’assegno di mantenimento a quello economicamente più debole, quindi con un reddito più basso. Ma la decisione è legata anche ad altri fattori. Come riporta Proiezionidiborsa.it la Corte di Cassazione in un’ordinanza del 2018 numero 402 ha esaminato il caso di un matrimonio durato 28 giorni, in cui la moglie richiedeva il mantenimento al marito.

Leggi anche: Lavastoviglie, gli errori che ti fanno spendere di più in bolletta

Il tribunale ha deciso di rifiutare la richiesta della donna, in quanto il lasso di tempo trascorso insieme nella vita coniugale era stato troppo breve per la creazione di una comunione materiale e spirituale nella coppia. Considerata invece condizione necessaria per avere diritto all’assegno di amntenimento. In altre parole, il giudice deve valutare anche la durata del matrimonio per stabilire il diritto al mantenimento e la sua entità.

Leggi anche: Busta paga, più soldi a settembre: ci sono degli extra

Nel caso sopra citato il matrimonio è durato troppo poco per ottemperare alle richieste dell’ex coniuge, quindi la richiesta è stata rigettata. La sentenza dimostra la delicatezza e la complessità della materia, oltre la necessità di considerare tutti gli aspetti della vita coniugale (materiali, affettivi, psicologici) prima di emettere una sentenza.

Impostazioni privacy