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Diritti

Il caro energia non si affronta con la DAD, l’appello di Codacons

L’emergenza in cui ci troviamo e che ha al proprio centro l’aumento esponenziale del prezzo del gas, fonte da cui ricaviamo non solo riscaldamento ma anche moltissima energia elettrica, non può ricadere per l’ennesima volta sulle famiglie con un taglio orizzontale dei servizi

DAD (foto Pexels)

Questa, nella sostanza, la richiesta che Codacons fa al Governo nel suo complesso con un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito ufficiale. Tra le proposte per affrontare il caro energia che ci colpirà in autunno qualcuno ha infatti proposto di ridurre le ore di lezione. Meno ore per i ragazzi e i professori in classe equivale, almeno sulla carta, a un sistema facile e indolore per ridurre le spese.

Ma non possiamo far pagare anche questa emergenza ai ragazzi e alle ragazze che solo ora stanno cominciando davvero a ritrovare una propria dimensione sociale e che durante la fase acuta della pandemia da covid si sono trovati sbattuti a casa a cercare di seguire lezioni in DAD con connessioni poco affidabili e su dispositivi spesso da condividere con fratelli e sorelle.

E, come fa notare sempre il comunicato, neanche il ricorso programmato proprio alla DAD potrebbe essere una soluzione visto che il nostro Paese continua a essere diviso in modo purtroppo netto in zone in cui connessioni stabili e veloci sono alla portata di tutti e zone in cui non arrivano neanche l’illuminazione pubblica o le fogne e occorre arrangiarsi con il cellulare.

Nel testo del comunicato vengono riportate anche alcune dichiarazioni di Carlo Rienzi, Presidente dell’associazione a difesa dei consumatori che battono proprio sul tasto su cui occorre: “L’emergenza bollette non si risolve certo tagliando i servizi agli utenti, ma combattendo le speculazioni sui mercati e fissando tetti massimi alle tariffe, come hanno già fatto altri paesi europei“. Ricorda sempre Rienzi, poi, l’istruzione è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e come tale va difeso e garantito.

Con tutti i dati raccolti dalle associazioni che si occupano di minori nel nostro Paese e che hanno fotografato più volte le situazioni di forte disagio in cui versano alcune aree, pensare che si possa ridurre la spesa per l’energia non facendo andare i ragazzi fisicamente a scuola è semplicemente folle e doppiamente miope.

Perchè se è vero che non entrando a scuola o entrandoci per un numero minore di ore, l’ente pubblico potrebbe risparmiare in energia elettrica e riscaldamento è anche vero che, nel caso di DAD e ore in meno, i ragazzi e le ragazze dovrebbero rimanere a casa facendo così aumentare le bollette domestiche familiari.

Dobbiamo puntare, come ricordato da Rienzi, a un tetto per i prezzi delle materie energetiche ma anche, dall’altra parte, ricordarci che con uno sforzo di ammodernamento ecosostenibile le scuole e tutti gli edifici potrebbero rapidamente diventare più efficienti, anche semplicemente installando pannelli solari sul tetto o aggiungendo rivestimenti tecnologici per gli edifici, che sono spesso risalenti alla fine della guerra e non sono certo stati costruiti con criteri di taglio della dispersione termica.

Pubblicato da
Valeria Poropat