Finanziamento auto, cosa succede se non paghi l’ultima rata?

Ecco cosa dichiara la normativa quando si è ad un passo dalla rinuncia del veicolo appena acquistato. Vediamo di cosa si tratta

Finanziamento auto, cosa succede se non paghi l'ultima rata?
Auto (Foto Adobe)

Sono le protagoniste di queste settimane alle prese con le prime vere partenze e con l’inizio delle vacanze: le automobili. Si comincia a fare sul serio, dal momento che tra gli italiani, la maggioranza ha avuto i primi assaggi con qualche weekend fuori porta. Chi ha potuto o può, ha già raggiunto la località delle sua lunga permanenza lontano dalla città per far prendere aria alla seconda casa.

Strade statali e autostradali sono state dunque già rodate ma di certo vedremo al termine della stagione quale è stato il bilancio – in questo caso – in termini economici, in considerazione delle odierne variabili ma soprattutto dei carichi di spesa che la crisi internazionale e l’inflazione, gravanti sui possessori di veicoli. Fattori solo in apparenza lontani ed è apertamente visibile dal portafoglio.

Finanziamento auto, è indispensabile restituire il prestito se non si riesce più a pagare

Finanziamento auto, cosa succede se non paghi l'ultima rata?
Auto (Foto Pixabay)

Siamo abituati propedeuticamente a riflettere sulle spese ordinarie di un’auto, che non sono affatto poche: carburante, manutenzione, polizza assicurativa e bollo. Queste sono le principali e precedono una lista innumerevole di extra. Ovviamente dobbiamo ricordare l’acquisto dell’auto, che in virtù della consistente entità, si cerca di realizzarlo in maniera oculata, responsabile e utile (non solo comandato dalle comprensibili “emotività”).

Pochi comprano un’auto in un’unica soluzione, cash. Decisamente più comune è il ricorrere ad un finanziamento; nel frattempo, si inizia a rodare il veicolo su strada. Si risolvono senza inconvenienti tutti i problemi di liquidità e disponibilità di denaro. A meno che non manchi l’ultima rata da saldare e risulterà impossibile. A cosa si va incontro? La legge calmiera l’intoppo prorogando di 30 giorni la scadenza.

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Non succede ancora nulla se il ritardo abbia raggiunto i 180 giorni dalla scadenza, purché non si tratti dell’ennesimo ritardo dopo i sei consentiti dalla legge per tutto il tempo del contratto; a partire da questo evento subentra la banca con l’applicazione di sanzioni severe. Superati 180 giorni, scatta il riconoscimento dell’inadempimento: la società può decidere per la revoca unilaterale del contratto e quindi il prestito: la restituzione delle rate deve avvenire in un’unica soluzione, altrimenti, superati 40 giorni imposti dal decreto ingiuntivo del Tribunale, si passa al pignoramento dei beni.

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Se infatti il ritardo del pagamento è superiore ai 180 giorni, scatta la situazione di inadempimento. In questo caso la società può revocare unilateralmente il contratto e quindi il prestito. Sarai quindi obbligato a restituire le rate del prestito in un’unica soluzione. Se il pagamento unico non viene assolto, la società può richiedere il decreto ingiuntivo al Tribunale che sarà presentato al debitore. Se egli non paga entro 40 giorni o presenta ricorso, scatterà il pignoramento dei beni. Nel frattempo, il debitore viene segnalato alla Centrale Rischi Interbancaria della Banca di I’Italia. ed entrerà nella lista dei “cattivi pagatori”.

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