Vaccini e farmaci come bene comune, una lettera aperta a sostegno del progetto UE

L’Europa potrebbe essere pronta a portare nel mondo un’idea nuova e diversa sui vaccini e i farmaci trasformandoli da semplici prodotti che generano profitto in un diritto vero e proprio

diritto alla salute
Vaccini e medicine, il diritto alla salute (foto Adobe)

Ripetiamo spesso e ce lo ripetiamo spesso che la parte peggiore della pandemia è passata ma in realtà, stando alle mosse visibili da parte di governi come per esempio quello americano, dobbiamo prepararci ad affrontare il covid-19 ancora per parecchio tempo. E in tutto questo le case farmaceutiche private si preparano a loro volta a profitti vertiginosi.

Da un’idea diversa di salute nasce invece la lettera aperta che sostiene il progetto sviluppato da Massimo Floriocon un gruppo di ricerca internazionale su richiesta dello Science and Technology panel del Parlamento Europeo“. Una idea di salute nata dal Forum Disuguaglianze e Diversità. Una idea che mette al centro il principio che la salute non possa essere trasformata in mera fonte di profitto.

Sembra uno di quei sogni utopici che ogni tanto gli esperti provano a condividere ma, stando al comunicato stampa pubblicato sul sito proprio del Forum Disuguaglianze e Diversità, l’idea di una infrastruttura pubblica comune di ricerca biomedica europea non è solo un’utopia. Il progetto sviluppato dal professor Florio e dagli altri esperti verrà discusso il prossimo 28 settembre all’interno di una seduta del Parlamento Europeo. A sostegno di questa infrastruttura “per lo sviluppo autonomo di nuovi farmaci, vaccini, diagnostica e tecnologie medicali, orientata dai bisogni della salute, sostenuta dai governi della UE, aperta a paesi terzi, in dialogo con la società civile, in grado di valorizzare le eccellenti capacità esistenti in Europa nelle Università, negli istituti no-profit, nelle imprese innovative, sulla base di contratti trasparenti e senza esclusive brevettuali” arriva ora una lettera aperta firmata da alcuni dei maggiori esperti di salute A livello mondiale.

Il progetto presentato è ovviamente di ampio respiro ma, probabilmente “nell’arco di vent’anni” e con il giusto sostegno potrebbe “divenire il primo centro del mondo per la ricerca biomedica intramurale, con un ampio portafoglio di progetti innovativi nei campi meno coperti dall’industria” sfruttando l’esperienza del CERN, dello European Molecular Biology Laboratory e di tutta una serie di eccellenze scientifiche che si trovano all’interno dell’Unione Europea.

Nel testo dell’appello si fa notare come la pandemia da Covid-19 ha mostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che le soluzioni “orientate al profitto finanziario” soprattutto in quel genere di mercati che sono poco competitivi non possono durare a lungo. La ricerca va quindi orientata verso l’interesse pubblico, non verso l’interesse di pochi attori privati che cercano soltanto di ingrassare il proprio portafoglio.

Il progetto per una infrastruttura comune europea di ricerca sui vaccini e i farmaci potrebbe darci modo di affrontare non soltanto l’eventuale prossima pandemia ma tutta una serie di malattie, per esempio le patologie rare, che non generando profitti dato il numero esiguo di pazienti non vengono opportunamente inserite nella ricerca scientifica privata.

Per l’Europa e per il pianeta potrebbe essere un passo avanti verso una vera giustizia sociale, una idea di società in cui al primo posto non vengono i soldi ma le persone, il loro benessere e il benessere delle generazioni future.

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