Buste paga, più soldi in tasca con il taglio del cuneo fiscale

Tra gli interventi previsti per far fronte alla perdita del potere di acquisto degli italiani a causa dell’inflazione c’è il taglio del cuneo

Busta paga (Foto Pexels)

L’inflazione scatenata dal conflitto in Ucraina e dalla conseguente speculazione su più fronti sta riducendo gradualmente il potere di acquisto degli italiani. Le previsioni dei bilanci familiari e delle spese da affrontare mensilmente diventano sempre più incerte perché i prezzi al supermercato cambiano spesso e volentieri mentre le bollette sono un rebus.

In questo contesto entra in scena il legislatore chiamato a mettere in campo provvedimenti in grado di contrastare la perdita d potere di acquisto della cittadinanza. L’iniezione continua di bonus a pioggia non può essere più praticata perché alimenta un’inflazione ormai quasi fuori controllo.

Il taglio del cuneo per aumentare gli stipendi

Busta paga (Foto Pexels)

Inoltre, tale strategia contrasterebbe con quanto messo in pratica dalla Bce che ha alzato i tassi  di interesse, ossia il costo del danaro, per frenare l’inflazione. Erogare bonus a pioggia sarebbe l’azione opposta a quella voluta dalla Banca centrale europea. Ecco perché il legislatore sta studiando azioni diverse dai bonus per restituire potere di acquisto ai cittadini.

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Tra le iniziative più discusse c’è il taglio del cuneo fiscale. Si tratta della riduzione delle tasse che i datori di lavoro sono tenuti a versare in busta paga. Tagliare il cuneo fiscale significa prendere una quota di tasse versate insieme alle buste paga e spostarle sulla parte netta, ossia nello stipendio che finisce nelle tasche dei lavoratori.

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Tagliare il cuneo fiscale significa diminuire il costo di una busta paga per il datore di lavoro. Nel caso specifico, l’intenzione del legislatore è quella di ridurre il cuneo fiscale per aumentare gli stipendi. Una scelta del genere significherebbe effettuare un provvedimento di carattere strutturale e non temporaneo.

Pertanto, una norma del genere andrebbe in vigore soltanto nel prossimo anno e non nel 2022. Inoltre, in un momento di inflazione aumentare le buste paga di un colpo significherebbe rischiare di rincorrere l’aumento dei prezzi innescando lo stesso effetto dell’erogazione dei bonus a pioggia. Il taglio del cuneo fiscale va effettuato ma gradualmente osservando l’andamento dei prezzi.

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