Reddito di cittadinanza a chi offre lavoro e non a chi lo cerca

La proposta guidata dalla Lega e Fdi sul reddito di cittadinanza ad imprenditori è chiaramente una provocazione poco realizzabile

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Reddito di cittadinanza (Foto Adobe)

Le forze di centrodestra se prendessero in mano il timone del governo senza dubbio abolirebbero il reddito di cittadinanza, contro il quale si sono più volte scagliati, e che il loro elettorato considera una misura per “salvare” chi non vuole lavorare. Un ammortizzatore sociale costoso ed improduttivo dunque, a parere della frangia parlamentare di centro destra. Il reddito di cittadinanza nel tempo si è dovuto adeguare alle problematiche insorte.

La pandemia non ha certo aiutato la ricollocazione di coloro che avevano istituito il patto obbligatorio con i centri per l’impiego. Anzi, ha aumentato il numero di percettori. Probabilmente il reddito di cittadinanza ha contribuito ad evitare il collasso sociale. Per l’anno 2022 sono state messe a punto nuove regole che rendono più stringente l’accesso al sussidio e più cavillari i controlli. A seguito di 2 offerte di lavoro rifiutate viene revocato il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, la Lega vorrebbe darlo agli imprenditori

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe)

La formula è sponsorizzata come: “dare il reddito di cittadinanza a chi offre lavoro e non ha chi lo cerca”. Ma a parte la propaganda, non ha senso alcuno, e ci si augura rimanga esclusivamente un modo per ribadire quanto il centro destra avversi l’Rdc. La proposta ha poche probabilità di essere presa in considerazione dall’attuale governo. Sottrarre miliardi di euro dalle casse pubbliche per “donare” un sussidio agli imprenditori, mentre la voragine della povertà assoluta nella popolazione si allarga sempre più ha un senso che sfugge alla logica dei più.

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Si ribadisce ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che il reddito di cittadinanza non è uno stipendio erogato senza lavorare. Il beneficiario deve obbligatoriamente presentarsi al centro per l’impiego e seguire un iter finalizzato al ricollocamento professionale. Quello che poco funziona sono ancora le politiche attive. Aiutare un disoccupato a cercare lavoro non può ridursi all’aggiornamento del CV. Anche la valorizzazione delle competenze ed un supporto per districarsi nel sempre mutevole mondo della ricerca dell’impiego sarebbe utile.

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