OMS, anche la nostra salute mentale a rischio per i cambiamenti climatici

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha di recente pubblicato un nuovo Policy Brief in cui viene fatto un nuovo legame e si getta altra luce sulle conseguenze dei cambiamenti climatici: la nostra salute mentale è a rischio e ci sono molte aree del pianeta in cui i sistemi e i servizi per il benessere mentale non sono alla portata di tutti i cittadini

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Salute mentale e clima (foto Unsplash)

Nel Policy Brief, l’Organizzazione Mondiale della sanità descrive cinque raccomandazioni chiave su quelli che possono essere gli approcci da mettere in campo per affrontare gli impatti sulla salute mentale della crisi climatica. Nel testo del documento si legge innanzitutto come il cambiamento climatico stia provocando impatti più pesanti e più lunghi nel tempo sulle persone e come questo possa “influire in maniera diretta e indiretta sulla loro salute mentale e sul benessere psicosociale”.

Le conseguenze sulla psiche degli eventi climatici estremi sono diverse e vanno dallo “stress emotivo” allo “sviluppo di nuove patologie mentali e a un peggioramento della situazione delle persone che già vivono questo genere di patologie“. Purtroppo però per risolvere questi problemi che legano il cambiamento climatico al nostro benessere psicofisico non basta, come in qualche cartone animato, prendere una qualche pillola magica.

Quella del benessere e della salute mentale è un’emergenza che è destinata a crescere con la frequenza e la potenza degli eventi climatici estremi e c’è quindi bisogno di affrontare il problema del cambiamento climatico anche nell’aspetto della salute della psiche. Alcuni dati raccolti dall’OMS sono a tal proposito illuminanti di quanto pericolosa sia la situazione che ci prepariamo ad affrontare.

In tutto il mondo c’è almeno un miliardo di persone che soffre di una qualche forma di disordine mentale e la maggior parte di queste persone non riceve le cure adeguate. Nel Policy Brief si delinea quello che è un possibile circolo vizioso che lega fattori di disuguaglianza e vulnerabilità al cambiamento climatico e ai possibili sviluppi a livello psicosociale e di salute mentale. Per fare un esempio di che tipo di problemi si potrebbero generare nel futuro prossimo basta immaginare che il cambiamento climatico rischia di provocare nuovi conflitti e di aggravare alcune dinamiche conflittuali già in corso.

Questa situazione di stress che rischia di esplodere genera ovviamente malessere a livello psicologico. Proteggere il pianeta dai cambiamenti climatici significa anche evitare che sempre più persone nel mondo, in particolare nei Paesi più a basso reddito, sviluppino patologie legate all’ansia e all’incertezza per il presente e il futuro. Sempre nel Brief pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si fa un esempio di percorsi che legano l’esposizione al cambiamento climatico e il benessere mentale.

Il cambiamento climatico, si legge nel documento, minaccia per esempio la perdita di ambienti familiari che generano quindi un senso di perdita e desolazione. Questi cambiamenti generano a loro volta disorientamento e stress nonché la perdita del senso di appartenenza a una comunità o addirittura della propria identità personale.

Evitare quindi l’innalzamento del livello dei mari, i cambiamenti della temperatura, cercare di limitare gli effetti negativi sui pattern metereologici, non è soltanto necessario per far sì che come specie continuiamo a vivere su questo pianeta ma è una necessità per difendere la salute mentale.

Per questo motivo, l’OMS propone cinque approcci. Innanzitutto l’integrazione nelle politiche nei programmi che riguardano la salute mentale anche degli effetti del cambiamento climatico in modo tale da poter essere più resilienti e pronti a rispondere in caso di catastrofe; allo stesso tempo occorre integrare la piattaforma MHPSS che si occupa proprio di salute mentale a livello globale nei programmi che affrontano cambiamento climatico e salute. Perchè ci sia un sostegno globale occorre anche che ci siano volontà globali di agire attraverso proprio il sistema MHPSS.

Il quarto approccio è quello che propone di implementare sistemi con cui ridurre le vulnerabilità e parlare apertamente della salute mentale degli impatti psicosociali dei cambiamenti climatici. Da ultimo cercare il più possibile di ridurre il gap che esiste in diverse parti del mondo per ciò che riguarda i fondi nell’assistenza alla salute mentale e nella risposta ai cambiamenti climatici nei loro risvolti sulla salute.

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