Busta paga, cosa cambia per i redditi fino a 15.000 euro

La Legge Bilancio 2022 ha introdotto importanti novità sulla tassazione Irpef delle buste paga. Chi sono i favoriti?

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Busta paga (Foto Adobe)

La busta paga, come sanno tutti coloro che svolgono un lavoro dipendente sia nel settore pubblico che privato, è soggetta a tassazione Irpef. Le aliquote sono stabilite al livello nazionale, e sono progressive al crescere del reddito annuale.

Di conseguenza le fasce di reddito sono suddivise in scaglioni. Fino allo scorso anno per la fascia più bassa, ovvero quella tra gli 0 e 15.000 euro, l’aliquota applicata era del 23%. Quella immediatamente superiore, 15.001 – 28.000, era soggetta a tassazione del 27%. Dopodiché, per il macroscaglione più alto, 28.001 – 55.000, l’aliquota saliva al 38%.

La Legge di Bilancio di quest’anno ha modificato le aliquote ed in parte anche gli scaglioni, per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti. Ma solo alcune fasce di reddito possono beneficiare del conseguente aumento della busta paga. Quali sono le modifiche applicate?

Busta paga, i contribuenti che beneficeranno del taglio Irpef

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Busta paga (Foto Pexels)

Probabilmente il presupposto è che il cosiddetto ceto medio è quello mediamente predisposto maggiormente ai consumi. Infatti, parallelamente all’intenzione di alleggerire la pressione fiscale, il Governo intende rilanciare i consumi, in netto calo dopo i due anni di pandemia. Le restrizioni ed il disagio economico hanno portato la crisi in molti settori commerciali e produttivi.

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Dunque i tagli alla tassazione Irpef, che porta ad una busta paga più alta, saranno benefici che auspicabilmente verranno reintrodotti nel mercato. E da questi presupposti ne consegue che la fascia di reddito più bassa, ovvero quella fino a 15.000 euro, non ha subito alcun tipo di variazione. L’aliquota rimane stabile al 23%. Mentre scende al 25% quella per i redditi fino a 28.000 euro.

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A seguire lo scaglione successivo è stato diviso in 2 scaglioni più piccoli, con differenti tassazioni. 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro e 43% tra 50.001 e 55.000. Ne consegue che chi ha reddito più basso rimane con la medesima busta paga, con la quale però deve affrontare l’inflazione e l’aumento dei prezzi di tutti i beni di prima o seconda necessità.

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