Le aree nazionali protette saranno digitalizzate, il via libera del Mite

E’ un investimento da 100 milioni di euro che fa parte del PNRR. Le aree protette potranno usufruire dei vantaggi digitali

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Aree nazionali protette (Foto Unsplash)

Se si ribadisce costantemente che la digitalizzazione delle amministrazioni è una prerogativa indispensabile alla sicurezza dei dati, alla trasparenza delle autorizzazioni ed alla semplificazione dei passaggi burocratici. Bisogna dire che questa nuova iniziativa del Ministero per la Transizione Ecologica è arrivata con un certo ritardo.

Le aree nazionali protette, il cui primo compito è quello di preservare la bellezza e l’integrità del patrimonio faunistico, culturale ed archeologico italiano, dovrebbero essere messe nelle condizioni migliori per espletare il proprio lavoro. Ed invece si apprende che i servizi di digitalizzazione arrivano solo ora. O meglio, stanno per arrivare.

Il Mite ha dato il via libera al progetto, che investirà 100 milioni di euro del PNRR. La previsione è di mettere a disposizione nuove strumentazioni digitali per gli enti gestori delle aree protette entro la fine del 2022. Perché sono importanti?

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La tutela del patrimonio culturale e paesaggistico è un dovere che lo Stato impone agli enti locali, ma allo stesso tempo la gestione dei mezzi per realizzarlo viene appaltata spesso a società esterne. Così, di passaggio in passaggio è delegata alla buona volontà della singola Regione o del singolo ente l’efficacia della tutela, anche se, ribadiamo, sulla carta rappresenta un dovere.

E la digitalizzazione delle informazioni non solo ne può migliorare la fruizione, ma anche la protezione. Questa svolta ambientalista richiede un investimento copioso iniziale delle finanze pubbliche, ma allo stesso tempo semplifica il lavoro di chi in prima linea se ne occupa. “La Direttiva consentirà da un lato lo sviluppo di servizi digitali ai visitatori, su mobilità sostenibile, informazioni meteo, naturalistiche, culturali, logistiche e di sicurezza”, ribadisce il Mite.

E non solo. La semplificazione delle procedure amministrative permetterà di adeguare con maggiore celerità le disposizioni e le richieste di fondi alle esigenze reali dei parchi. E’ presumibile anche che può avvicinare la gestione delle aree alla pubblica amministrazione, responsabile di accogliere o meno le richieste.

In Italia esiste un numero insospettabile di aree patrimonio culturale e paesaggistico. E’ un dovere collettivo proteggerlo e far sì che si abbiano tutti i mezzi a disposizione necessari per salvaguardarlo. Il Mite conclude che la Direttiva “permetterà la digitalizzazione e semplificazione delle procedure amministrative, con la riduzione e la certezza dei tempi istruttori per le istanze, i pareri e le autorizzazioni, oltre all’accesso facilitato alle documentazioni”. 

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