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Condizionatori, stangata in arrivo: cosa succede

Il Governo prepara il piano energetico per i prossimi mesi in vista dell’aumento dei consumi dell’energia elettrica dovuto ai condizionatori

Risparmio energetico (Foto Pixabay)

La questione energetica è l’argomento principale di queste settimane che anima il dibattito tra gli italiani. Le prospettive del conflitto in Ucraina non sono del tutto prevedibili. Le sanzioni energetiche potrebbero aumentare nei confronti della Russia che rimane, però, il primo fornitore energetico dell’Italia, oltre che dell’Europa.

L’inasprimento del conflitto e del braccio di ferro tra Unione e Russia potrebbe comportare una riduzione dei rifornimenti energetici per l’Italia. In attesa di avere certezze sul piano che si sta realizzando per ridurre la dipendenza dal gas russo, il Governo ha varato un primo provvedimento che interviene sull’utilizzo dei climatizzatori.

Condizionatori, cambiano i limiti

Bollette (Foto Pixabay)

In particolar modo, per quanto riguarda i condizionatori l’intervento riguarda, per ora, gli uffici pubblici. La decisione, infatti, ha fissato la temperatura minima dei condizionatori degli uffici pubblici a 27 gradi centigradi, con due gradi di tolleranza. La norma precedente, in vigore dal 2013, prevedeva il limite di 26 gradi per l’estate, lasciando sempre l’opportunità di due gradi di tolleranza.

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In sostanza, in estate si provvederà a tenere la temperatura dei condizionatori degli uffici pubblici ad un limite massimo alzato di 1 grado centigrado. Le strutture pubbliche escluse dal piano di risparmio energetico sono gli ospedali, le cliniche e le case di cura. Il piano prevede l’intervento anche per l’aria calda. La durata del provvedimento, infatti, è prevista da maggio a marzo 2023.

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Per l’aria calda non si dovrà superare la soglia dei 19 gradi in inverto, conservando la tolleranza di 2 gradi. Pure in questo caso si è ritoccato il limite di 1 grado centigrado. E’ arrivata anche una stima circa il risparmio energetico conseguente. Un grado in meno per riscaldamenti e condizionatori di case e uffici, infatti, equivale ad un miliardo di metri cubi di gas. Il consumo di gas dalla Russia è di 29 miliardi di metri cubi. Tuttavia, il piano di addio dal gas russo prevede una serie di tanti provvedimenti che nell’insieme dovranno ridurre nel breve tempo la dipendenza energetica dalla Russia.

 

 

 

Pubblicato da
Marcello Pelillo