Galline ovaiole in gabbia, Animal Equality lancia nuova campagna

Animal Equality ha lanciato una nuova campagna per sensibilizzare ancora di più cittadini e soprattutto catene della grande distribuzione per eliminare dagli scaffali uova di galline che hanno vissuto solo in gabbia

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Animal Equality, basta galline in gabbia (foto Unsplash)

Il problema delle galline ovaiole stipate dentro capannoni angusti e senza neanche lo spazio minimo necessario a muoversi torna alla ribalta grazie alla nuova campagna di informazione dell’associazione ambientalista. Una campagna che si rivolge nuovamente ad alcune catene della grande distribuzione perchè prendano impegni concreti che portino alla eliminazione delle uova e dei prodotti contenenti uova frutto di una forma di sfruttamento che non fa bene agli animali e non fa bene ai consumatori finali.

Come riporta il sito ufficiale dell’associazione infatti, le galline ovaiole vivono ammassate in gabbie grandi come un foglio da fotocopiatrice sottoposte a stress continuo e esposte a malattie. Le galline, al contrario di ciò che si siamo stati portati a credere, non sono assolutamente animali stupidi e sono anzi in grado, come i cani, di riconoscere comandi e di esprimere sentimenti.

Nelle gabbie degli allevamenti intensivi non c’è vita ma mera sopravvivenza. Le galline che muoiono non vengono tolte dalle gabbie e si decompongono lentamente, calpestate o peggio mangiate da chi sopravvive il tutto mentre le compagne di cella continuano a deporre uova con conseguenti rischi per la salute degli animali ma anche dei consumatori finali. La situazione in gabbia è poi così insalubre che le galline diventano aggressive e per evitare che si possano ferire viene amputato il becco, senza anestesia.

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Quello che quindi chiede Animal Equality alle tre grandi catene di supermercati Tuodì, Iperal e Maiorana è di seguire l’esempio di altre catene che hanno preso impegni concreti per eliminare progressivamente le uova di galline in gabbia con una policy trasparente e pubblicata sul proprio sito. Sul sito ufficiale della campagna informativa c’è anche spazio per i cittadini che volessero far sentire la propria voce a questi supermercati inviando direttamente una mail.

Il benessere animale non è una crociata da figli dei fiori: animali sani, che vivono la propria vita in un ambiente sano nel momento in cui decidiamo che devono diventare cibo avranno almeno vissuto una vita dignitosa e, cosa da non sottovalutare, ambienti di vita più puliti riducono la necessità di antibiotici somministrati a getto continuo.

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