Come riconoscere la mononucleosi e cosa fare?

È chiamata la “malattia del bacio” in quanto la saliva è il suo mezzo di trasmissione e infezione. Come riconoscerla e affrontarla

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Mononucleosi (Foto Adobe)

Fonte articolo: IRCCS Humanitas Research Hospital

Se per certi versi abbiamo compreso la trasmissibilità di talune patologie mediante l’emergenza sanitaria dell’epidemia da Covid-19, costantemente rammentata dall’uso massiccio delle mascherine, è arrivato ora il momento di scendere dal piano emergenziale a quello quotidiano, consueto del catalogo delle malattie che si annidano nei luoghi della collettività.

Continuiamo a igienizzarci le mani, certo, e ci siamo resi conto di quanti oggetti condividiamo al tatto (e non solo) con altre persone. Pensiamo, ad esempio, ai bar, ai locali dove sono somministrate le bevande e quanto sia importante il lavaggio delle tazzine e dei bicchieri, oggetti che entrano in contatto con le nostre e altrui labbra, con la nostra e altrui saliva. In fondo, il contatto salivare, a ben pensarci, è facilitato da una conversazione particolarmente “ravvicinata”. Ogni locale pubblico od ogni spazio della collettività, se particolarmente delimitato, può costituire il ventre di malattie trasmissibili, come la mononucleosi.

Mononucleosi, quali sono i sintomi e come trattarla?

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Mononucleosi, Epstein-Barr virus (Foto Katerina Kon on Adobe)

È spesso conosciuta col nome popolare di “malattia del bacio”, perché si tratta di una malattia infettiva trasmessa attraverso la saliva. I suoi canali di trasmissione privilegiati sono i bicchieri, se vengono condivisi, oppure le goccioline di saliva, quando si disperdono tramite starnuti o colpi di tosse. È identificato come la causa della mononucleosi, il virus Epstein-Barr (EBV – Epstein-Barr Virus).

Nella maggior parte dei casi, la mononucleosi si manifesta senza sintomi, asintomatica; in altri casi, i sintomi sono lievi e transitori, e concernono debolezza, stanchezza, febbre, ingrossamento dei linfonodi e della milza. L’infezione, tuttavia, in specifiche casistiche, conduce a conseguenze più gravi legate a linfonodi, milza, fegato, cuore, polmoni e sistema nervoso centrale. Nel frattempo, la mononucleosi rimane occulta per un tempo di incubazione tra 30 e 50 giorni.

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Nell’ottica giù degenerativa, l’infezione si complica assumendo connotati più gravi della patologia stessa – sebbene ciò accada molto raramente – quali: epatite; anemia emolitica e trombocitopenia; miocardite; sindrome di Guillain-Barre, meningite, encefalite. Non c’è una cura specifica per la mononucleosi, ma gli antinfiammatori e gli antipiretici possono essere utili per attenuarne gli effetti.

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Il riconoscimento dei segni e sintomi caratteristici della malattia avviene esclusivamente per diagnosi clinica e confermata dagli esami del sangue i quali rilevano contestualmente la presenza degli anticorpi specifici anti-EBV. La prevenzione si limita nell’evitare occasioni di contatto con le secrezioni salivari dei soggetti infetti: nella saliva il virus è eliminato solo dopo molti mesi dall’infezione. Quando l’infezione interessa la milza, è bene limitare gli sforzi fisici per evitare il rischio di rottura.

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