“I difensori dei diritti umani ambientali devono essere difesi”, l’appello dell’Alto Commissario ONU

Michelle Bachelet non usa mezzi termini, e si schiera senza riserve dalla parte degli attivisti che quotidianamente vedono minacciata la loro vita

diritti ambientali
Tim Marshall (unsplash)

Esiste un luogo comune in Occidente per cui difendere l’ambiente è una forma di attivismo “gentile”. Gentili sono i ragazzi che vogliono un mondo più pulito, e gentili sono le reazione delle parti opposte tirate in causa. Ma è solo un cliché. Forse non in Italia, e forse neanche in Europa, ma in altri luoghi del mondo gli attivisti per i diritti umani ambientali subiscono quotidianamente minacce, aggressioni e rimangono vittime di omicidi perché perorano incessantemente la loro causa.

Le popolazioni indigene di molti Paesi del sud-America, come ad esempio il Brasile ed il Cile, stanno risentendo fortemente e sulla propria pelle dei danni causati dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. In data 8 ottobre 2021, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 48/13, ha riconosciuto il diritto umano ad un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile.

Di conseguenza è nel loro pieno diritto opporsi ad una collettività schiacciata e compromessa dall’inquinamento. Michelle Bachelet, Alto Commissario ONU per i diritti umani, ha aperto la 49esima sessione dell’Human Rights Council con queste parole: “Ogni giorno, i difensori dei diritti umani ambientali affrontano abusi, minacce e molestie per il loro lavoro, mentre stanno affrontando la triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita della natura”.

Leggi anche: I social si schierano nella guerra dichiarata da Putin all’Ucraina

Leggi anche: Legambiente, un pacchetto energetico per affrontare la crisi della guerra in Ucraina

Ed aggiunge che sono particolarmente esposti a rischio coloro che si battono contro la deforestazione e l’attività estrattiva. Gli interessi in gioco sono alti, e fare attivismo militante in certe zone del Pianeta non è un’occupazione “gentile”.

Senza correre il rischio di celebrare una nuova forma di martirismo, è bene avere la consapevolezza che chi porta avanti le lotte per i diritti umani ambientali lo fa nell’interesse individuale, ed anche collettivo. Bisogna ad alta voce chiedere uno stop alle vessazioni, minacce e violenze contro chi rivendica un proprio diritto.

Il fatto che questo diritto sia assicurato sulla carta ma fragile nella prassi conferma ancora una volta come le lotte reali non possono prescindere dalla presa di coscienza del campo di battaglia.

Conclude la Bachelet: “La tutela dell’ambiente va di pari passo con la tutela dei diritti di chi lo difende. Le loro voci devono essere ascoltate e protette. Dobbiamo avere tolleranza zero per le uccisioni o le minacce e gli attacchi contro di loro. Uniamoci per intraprendere un’azione immediata e rendere il mondo un posto più sicuro per i difensori dei diritti umani ambientali”.

Impostazioni privacy