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Allarme OCSE, riciclato meno del 10% della plastica

Nonostante le performance italiane riguardo il riciclo siano buone, dall’OCSE arriva un allarme riguardo la situazione che coinvolge tutto il pianeta

Plastica (foto: Pexels)

Sul sito ufficiale dell’organizzazione internazionale è stato pubblicato un report impietoso che fotografa una situazione drammatica per quello che riguarda la gestione della plastica quando entra nel circuito del rifiuto. Queste le parole con cui si apre il comunicato che accompagna il rapporto: “Il mondo produce ora il doppio dei rifiuti di plastica rispetto a 20 anni fa, con la maggior parte che finisce in discarica, incenerita o dispersa nell’ambiente, e con solo il 9% che viene riciclata con successo”.

I numeri contenuti nel Global plastics Outlook mostrano innanzitutto quanta plastica procapite viene prodotta dai Paesi che fanno parte dell’ OCSE. Si va da 221 kg di plastica degli Stati Uniti ai 114 kg dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea e aderiscono all’OCSE fino al minimo di 69 kg in media per gli abitanti di Giappone e Corea.

E il problema più grande, come sottolinea anche il report, è il modo sbagliato in cui in pratica il 90% di questi rifiuti a base di plastica viene gestiti. Una malagestione che innesca la produzione delle pericolosissime microplastiche cui si aggiungono i pallet industriali, i tessuti sintetici, i cartelli stradali e l’usura degli pneumatici.

Il grafico che stila la classifica di quanta non viene raccolta e quindi si disperde, quanta viene incenerita e quanta viene riciclata deve essere assolutamente uno schiaffo che deve svegliare cittadini e soprattutto Governi affinché vengano presi provvedimenti per fermare questa emorragia di plastica.

La media dei Paesi dell’UE riguardo la gestione della plastica è la seguente: 5% abbandonata, 37% portata in discarica, 44% incenerita, 14% riciclata. La media dei Paesi OCSE è invece la seguente: 6% abbandonata, 57% portata in discarica, 29% incenerita, 9% riciclata.

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Prendendo in considerazione anche i Paesi che non fanno parte dell’ OCSE, la media mondiale si discosta di poco dalla media dei Paesi OCSE, con però purtroppo un 22% di plastica che finisce dispersa nell’ambiente e un 49% che invece finisce in discarica.

Il report prende anche in considerazione anche la situazione che si è venuta a creare con la pandemia che ha visto un decremento di circa il 2% dell’utilizzo della plastica attraverso le attività economiche ma un’impennata nell’utilizzo invece della plastica per gli imballaggi soprattutto del cibo a portar via e del materiale sanitario.

Il problema della plastica è quindi globale e come tale deve essere affrontato. A ben guardare si tratta infatti non soltanto di una questione di salute, che a quanto pare non sembra smuovere le coscienze che contano, ma anche un problema economico. Perché se è vero che paradossalmente costa di meno produrre plastica nuova è anche vero che la materia prima da cui viene prodotta la plastica, il petrolio, non è ovviamente una risorsa infinita e come tale va trattata. Arriverà un giorno in cui non sarà più possibile produrre nuova plastica. E allora che faremo?

Pubblicato da
Valeria Poropat