La Legge sul biologico quasi al traguardo, ma è stato necessario eliminare l’equiparazione con il biodinamico

Le polemiche sul biodinamico si sono solo parzialmente placate. L’equiparazione è stata eliminata dal comma 3 del Ddl, ma rimane comunque la certificazione biologica

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(pixabay)

La strada finora è stata lunga e si intravede il punto d’arrivo. In molti lo auspicano, tra parti politiche, associazioni dei consumatori e società civile. Perché? Una legge sul biologico porterebbe maggiori fondi a questo tipo di agricoltura e ne consentirebbe una maggior espansione sul territorio italiano, favorendo la transizione ecologica del nostro Paese.

Ma non è stato semplice. Dai primi passi sono passati 13 anni e 3 legislature. Ed ancora non è finita. Negli ultimi mesi l’approvazione definitiva al Senato è stata bloccata dalle polemiche sul biodinamico, che in molti, compresa una senatrice ed un premio Nobel, lo considerano alla stregua delle pratiche di stregoneria. E’ vero, il biodinamico utilizza il corno letame, un preparato a base di letame di vacca interrato in un corno dello stesso animale per 180 giorni e poi usato come fertilizzante per il terreno agricolo. Ma il letame come concime si è sempre usato nell’agricoltura tradizionale.

La filosofia steineriana da cui l’agricoltura biodinamica prende i precetti principali, è fondamentalmente basata su una concezione olistica dell’agricoltura, dove il microsistema e la biodiversità sono gli unici che possono garantire una produzione agricola sana. E cosa c’è di superstizioso? E’ più che altro vicino a metodi tradizionali di coltivazione.

Soprattutto, la biodinamica a differenza del biologico aggiunge e non sottrae. Per ottenere la certificazione biologica “non si devono usare” determinati prodotti e fertilizzanti nocivi; per la biodinamica al contrario è importante “quello che si utilizza” piuttosto che quello che si omette. In ogni caso, l’agricoltura biodinamica non può non essere considerata biologica, dato che non comprende l’utilizzo di nessun fertilizzante o concime chimico.

E di questo se ne sono ravveduti anche i legislatori, che se da una parte, per avvicinare la legge ad un’approvazione definitiva hanno eliminato l’equiparazione tra biologico e biodinamico, dall’altra non hanno potuto affossare definitivamente il biodinamico, che rimane una parte fondamentale integrante del biologico.

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Lo sottolinea anche Carlo Triarico, Presidente Associazione Biodinamica: “L’agricoltura biodinamica è costitutiva del biologico, storicamente e giuridicamente. Continuerà a lavorare, come da ottant’anni, per il bene del biologico e dell’agricoltura italiana”.

E continua Maria Grazia Mammuccini, presidentessa di Federbio, in un comunicato stampa del 9 febbraio 2022: “Ci sembra paradossale che il giorno dopo l’inserimento in Costituzione di riferimenti alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, si cerchi di umiliare un metodo produttivo basato sul totale rispetto della natura. Ci auguriamo adesso che il mondo scientifico si impegni con la medesima determinazione per la riduzione dell’uso dei pesticidi e di altre sostanze di chimica di sintesi, a tutela della fertilità dei suoli e della biodiversità in linea con le modifiche costituzionali e con la Strategia Farm to Fork”.

Il “Fatto Quotidiano” riporta che la prima firmataria del ddl Gadda, dichiara: “Hanno promesso di approvare la legge entro un massimo di due mesi“. E ci si augura che le promesse verranno rispettate. Perché una legge sul biologico non è solo una vittoria morale, ma consente di incentivare la produzione ed avere maggiore accesso a fondi pubblici.

Come auspicio di chi scrive, la legge sul biologico dovrebbe portare ad un abbassamento dei prezzi finali dei prodotti bio, in virtù di una maggiore offerta e di sovvenzioni pubbliche. In questo modo il mercato del biologico potrebbe non rimanere esclusiva della fascia più abbiente della popolazione.

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