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Allarme partite Iva: cosa sta succedendo causa pandemia

Il CGia Mestre ha lanciato un appello al Governo per aiutare maggiormente gli autonomi, specialmente gli artigiani

(pixabay)

La situazione attuale nel nostro Paese versa in un periodo di crisi economica acuta. La discesa dei fatturati per i lavoratori autonomi era già iniziata nel 2016, ma con la pandemia c’è stato un affossamento definitivo dei guadagni, al punto tale che il 6,2% delle Partite Iva sono state chiuse, e le professioni abbandonate.

Questi i numeri che provengono dal Cgia Mestre, Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre. Si conta che dal 2016 al 2021 si è passati da 5.428.000 Partite Iva a 4.873.000 unità, numeri che rappresentano un minimo storico. In sostanza tra emergenza sanitaria, restrizioni ed aumento delle bollette e degli affitti in molti non ce l’hanno più fatta ed hanno ceduto la propria attività.

Anche l’e-commerce ha contribuito notevolmente. L’incremento degli acquisti online ha spostato una grande feta di consumi, già di per sé in discesa, sul commercio sul web. Di conseguenza è diminuito ulteriormente il giro di affari per i commercianti con negozi fisici.

Partite Iva, le richieste del Cgia Mestre al governo

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Il Cgia Mestre lancia l’allarme sulla condizione degli autonomi con Partita Iva. Come si sa, i costi per i professionisti non sono pochi, e la realtà del mondo del lavoro odierno ha spostato tutta una serie di mansioni da lavoro dipendente ad esternalizzato, quindi con Partita Iva. E se a questi svantaggi si aggiungono tasse molto alte, in concomitanza con la crisi economica è normale che in molti non ce la facciano.

In psrticolare, l’associazione di Mestre si focalizza sul lavoro artigianale, che negli ultimi decenni sta perdendo sia acquirenti che professionisti. Secondo il Cgia, al contrario, è un mestiere che andrebbe agevolato ed incentivato, come retaggio culturale del nostro Paese.

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Gli esperti dell’associazione lanciano dei suggerimenti al Governo: “Abbassare le tasse, rilanciare i consumi e ad alleggerire il peso della burocrazia è necessario, in particolar modo nell’artigianato, rivalutare il lavoro manuale perché negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale spaventosa”.

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Concludono con un auspicio rivolto al Ministero dell’Istruzione, volto ad incrementare l’avviamento professionale al lavoro autonomo: “Una volta terminato il percorso scolastico, nel mercato del lavoro ci si può affermare anche come lavoratori autonomi. Prospettiva, quest’ultima, che tra i giovani è poco conosciuta

Pubblicato da
Giulia Borraccino