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Greenpeace denuncia: “Le lobbies della carne ci manipolano”

Dalla sezione francese di Greenpeace arriva un nuovo report che è allo stesso tempo una denuncia su come le lobby degli industriali del settore della carne si siano insinuati nei più svariati ambiti della vita civile per poter continuare a portare avanti i loro discorsi falsi e fuorvianti

Foto Pexels

Il titolo del rapporto è quanto mai chiaro: “Come le lobbies della carne ci manipolano per convincerci che l’allevamento intensivo non esiste e che la carne è necessaria quotidianamente“. Lo scopo ultimo di quella che è a tutti gli effetti una campagna di disinformazione è sicuramente limitare i danni che cominciano a diventare sempre più evidenti.

Da più parti infatti giungono segnali che i cittadini europei sono pronti a cambiare il loro rapporto con la carne, diminuendo drasticamente il consumo. Ma, dal punto di vista delle lobby, un minor consumo di carne significa minori guadagni e quindi ecco le pratiche denunciate da Greenpeace Francia.

Secondo il report, diverse organizzazioni di categoria stanno promuovendo il consumo della carne cercando di mascherare gli allevamenti e farli passare non come causa dei cambiamenti climatici bensì come soluzione. Le influenze che la lobby dell’allevamento intensivo cerca di spandere vanno in tutte le direzioni. Il report ha per esempio rintracciato un finanziamento a un club parlamentare francese denominato “Club des amis du porc”, il cui scopo certo non è abbracciare suini.

Il fine ultimo è quello, denuncia la Ong, di far passare il messaggio che innanzitutto in Francia non esistono allevamenti intensivi, e che gli animali vivono bene. Oltre a questo, molto si gioca sul mito della necessità di ingerire proteine animali tutti i giorni, quando ci sono svariati studi scientifici che dimostrano il contrario e che anzi legano un consumo eccessivo di carne rossa allo sviluppo di svariate patologie.

Quello che forse fa più raccapriccio del report è l’evidente lavoro fatto nelle scuole, in cui pacchetti pensati da esperti di comunicazione vengono affidati a insegnanti e alunni con tanto di gite il cui unico scopo è far credere che gli animali vivono bene e che non esista l’allevamento intensivo.

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Ma si tratta di una situazione che a quanto pare non è limitata solo alla Francia. Greenpeace infatti denuncia che nel periodo che va dal 2016 fino al 2020 sono stati spesi oltre 250 milioni di euro solo per promuovere carne e latticini in Europa.

Si può scegliere di continuare a consumare carne, come si può scegliere di abbandonare del tutto questa categoria di alimenti: quello che però non deve succedere è che si menta ai consumatori o che si diano informazioni parziali e tendenziose per cui le scelte non sono più tali.

Pubblicato da
Valeria Poropat