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Transizione ecologica, il direttore di Enel Italia spinge per le rinnovabili

Mentre il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani sembra farsi affascinare dal nucleare c’è chi, come il direttore di Enel Italia Lanzetta, invece dichiara apertamente che il nostro Paese deve staccarsi dal gas di importazione e puntare sulle rinnovabili

Foto Raimond Klavins Unsplash

Nicola Lanzetta sembra avere le idee piuttosto chiare: “Oggi il sistema Italia ha poco meno del 50% di energia prodotta da varie forme e 50% prodotta dal gas”. Già questa percentuale ci dà un’idea di quanto dipendiamo dal gas. Lanzetta prosegue poi la sua riflessione con un pensiero molto semplice: se dipendiamo per il 50% dal gas è chiaro che almeno il 50% del prezzo dell’energia aumenta all’aumentare di quello del gas.

In più, il nostro Paese non ha in pratica riserve di gas proprie: importiamo il 90% del gas che viene utilizzato per produrre energia. Secondo Lanzetta quindi la soluzione è l’utilizzo delle energie rinnovabili perché “tanto più come Paese produciamo da fonti rinnovabili tanto più il prezzo si abbasserà”. Il direttore di Enel Italia fa poi una previsione riguardo il prezzo dell’energia dichiarando che probabilmente dopo l’inverno scenderà ma il mercato, almeno per noi, rimarrà un problema sempre in virtù di quel 90%.

Secondo Lanzetta il gas non va demonizzato perché sarà “importantissimo dal punto di vista della transizione energetica, per accompagnarla” ciò non toglie che le rinnovabili sono ottime sia per l’ambiente, sia per la sostenibilità del pianeta sia per la sostenibilità dell’economia. Il direttore di Enel Italia si è poi detto convinto del fatto che in 10 anni, senza neanche fare sforzi particolari, potremmo arrivare tranquillamente ad avere il 70% di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili con il restante 30% “anche dal gas e dagli accumuli” cioè dalle batterie.

L’unico tallone di Achille delle rinnovabili infatti è che la produzione energetica può avvenire solo in alcune condizioni atmosferiche: se c’è vento per l’eolico, se c’è luce per il solare. Lo sviluppo delle batterie di accumulo che permette quindi di immagazzinare l’energia prodotta e non utilizzata per poterla puoi rilasciare sulla rete nei momenti i in cui la produzione si abbassa è fondamentale.

La riflessione di Lanzetta tocca anche il tema della burocrazia che è il vero ostacolo allo sviluppo e alla implementazione di sistemi di produzione rinnovabile. E il direttore di Enel Italia cita quel periodo felice per la sua azienda in particolare che è stato il biennio 2012-2013 e dichiara: “Purtroppo è lontano quello che abbiamo realizzato con successo nel 2012-2013 quando abbiamo avuto una capacità di realizzazione da rinnovabili che se riuscissimo a riportarla oggi ci consentirebbe di raggiungere al 2030 l’obiettivo del 70% di energia elettrica da rinnovabili“.

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Interessante è poi, in conclusione, la posizione riguardo la famosa tassonomia verde e il nucleare. Per Lanzetta la posizione di Enel è chiara ed è rimasta la stessa: “A breve non sarà una soluzione. C’è una battuta secondo cui sul nucleare probabilmente c’è tantissimo da studiare e poco da fare” dato che il nucleare “deve essere vantaggioso dal punto di vista economico e oggi questo nessuno lo sa. Se è pur vero che l’uranio non costa nulla è altrettanto vero che realizzare una centrale nucleare ha un impegno economico di dimensioni infinitamente maggiori rispetto a una centrale fotovoltaica o solare“.

Le centrali fotovoltaiche per esempio possono essere costruite nel giro di pochi mesi e non in anni come invece avviene per le centrali nucleari. Lanzetta non esclude a priori il nucleare ma con un caveat: deve essere “economico, fattibile, funzionale”.

Pubblicato da
Valeria Poropat