In Italia l’infanzia è a rischio estinzione, l’allarme di Save the Children

I dati Istat suffragano l’allarme dell’associazione. Sono necessari urgenti misure di investimenti per incentivare la genitorialità

infanzia a rischio
Annie Spratt (unsplash)

Save the Children è un’associazione che da oltre 100 anni si occupa di tutelare l’infanzia. Ed in questo caso è preoccupata per la situazione italiana, dove di infanzia ne è rimasta poca, e quella che c’è in molti casi versa in condizioni di povertà.

“In 15 anni, in Italia, la popolazione di bambine, bambini e adolescenti è diminuita di circa 600 mila minori e oggi meno di un cittadino su 6 non ha compiuto i 18 anni. Oggi l’Istat rileva un record di denatalità nel 2021 confermando un trend drammaticamente negativo, che vede un Paese in cui nascono sempre meno bambini e dove questi sono sempre più poveri”, si legge nel comunicato di Save the Children del 14 dicembre 2021.

Le motivazioni per cui in Italia nascono sempre meno bambini coinvolgono una sfera personale, che tale deve rimanere, ed un’altra collettiva, di cui le politiche sociali dovrebbero essere responsabili.

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Afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children: “I tagli che dal 2010 al 2016 hanno colpito i servizi alla prima infanzia, le mense e il tempo pieno, non hanno fatto che acuire la percezione che diventare genitori oggi è un percorso ad ostacoli. È indispensabile un’inversione di rotta, con un piano organico di sostegno alle famiglie, ai giovani adulti e all’infanzia da mettere al centro delle politiche pubbliche come vero investimento sul futuro del Paese”.

Secondo i dati Istat la denatalità è in crescita. I numeri riportati riguardano il biennio 2020-2021, che anche se poco rappresentativo perché marchiato dalla pandemia, conferma comunque un trend decennale. A ciò si aggiunge un sentimento collettivo di sfiducia nel futuro, che viaggia in direzione contraria al desiderio di mettere al mondo un figlio. Quindi il sostegno economico è necessario, ma lo è altrettanto una comprensione più ampia del fenomeno sociale da un punto di vista psicologico e sociologico.

Conclude Raffaella Milano: “Solo se le risorse dedicate alla Next Generation saranno utilizzate con coraggio e mettendo al centro le giovani generazioni, le loro necessità e le loro speranze, allora non avremo perso un’occasione preziosa di rilancio del Paese”.

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