Blocco sfratti agli sgoccioli: arriva la sentenza della Corte Costituzionale

La misura del blocco degli sfratti per i morosi sta per terminare. A deciderlo la Corte Costituzionale con apposita sentenza

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Brutte notizie per tutti coloro che rischiano lo sfratto per morosità in Italia. La Corte Costituzionale ha escluso la possibilità di applicare questa misura anche per il prossimo anno.

Il blocco degli sfratti, lo ricordiamo, è stato messo in campo per fronteggiare la pandemia da Covid -19.

Blocco degli sfratti, misura sospesa: ecco da quando

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L’ultima data valida del blocco degli sfratti per morosità sarà quella del 31 dicembre 2021. A pronunciare la sentenza la Corte Costituzionale che, di fatto, mette fine a questo tipo di agevolazione messo in campo durante la pandemia da Covid-19 nel nostro Paese.

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I giudici hanno preso la decisione con la sentenza numero 213 redatta da Giovanni Amoroso. Entro la fine dell’anno, dunque, dovrebbe finire il tanto discusso blocco degli sfratti “senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale”.

Nello specifico, la Corte Costituzionale, ha dichiarato non fondate le censure sollevate dai giudici dell’esecuzione presso i Tribunali di Trieste e di Savona relative all’articolo 13, comma 13, del decreto-legge 31 dicembre 2020 numero 183 (il cosiddetto Milleproroghe) e all’articolo 40-quater del decreto legge 22 marzo 2021 numero 41 (il dl Sostegni).

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Secondo i giudici della Corte Costituzionale, infatti, la sospensione degli sfratti era risultata generalizzata solo all’inizio della pandemia. Dopo l’avanzamento di dubbi sulla legittimità costituzionale di tale provvedimento, il legislatore ha progressivamente ridotto la sua applicazione.

La manovra non sarà dunque estesa oltre il 31 dicembre 2021. La Corte Suprema, però, concede al legislatore, a seconda dell’evolversi dell’emergenza sanitaria, la possibilità di adottare misure differenti che siano “idonee a realizzare un bilanciamento adeguato dei valori costituzionalmente rilevanti che vengono in gioco”.

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