Allarme influenza aviaria a Verona e Ferrara: 50mila tacchini soppressi

Torniamo purtroppo a parlare di influenza aviaria e di due focolai a Verona e Ferrara che hanno portato all’abbattimento già di 50mila tacchini

Foto Egor Myznik Unsplash

Una situazione che rischia di diventare molto pericolosa per diversi motivi. Primo fra tutti la classificazione del virus riscontrato in uno degli allevamenti colpiti che è risultato essere ad alta patogenicità, ovvero in grado di causare una forma della malattia molto grave con fino al 100% di grado di mortalità per gli animali.

Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha già diramato le prime misure restrittive per arginare quella che rischia di diventare un’epidemia incontrollabile che potrebbe mettere in ginocchio tutta la filiera produttiva della zona in cui si riscontrano già 30 allevamenti coinvolti.

Nell’ordinanza della Regione Veneto si legge per esempio che i polli che si trovano negli allevamenti della cosiddetta “zona di protezione” devono essere tenuti lontani dagli altri volatili e gli eventuali animali morti eliminati al più presto. Data però la grande trasmissibilità del virus occorre anche sanificare tutti i veicoli in entrata e in uscita e il personale deve sottoporsi alle stesse procedure di disinfezione.

Purtroppo l’influenza aviaria è un pericolo che negli allevamenti intensivi è sempre dietro l’angolo e data la quantità di animali per metro quadro si diffonde in maniera rapidissima con conseguente morte di un numero altissimo di animali.

Ma il pericolo non è solo per il portafoglio degli allevatori. Negli allevamenti intensivi dove il virus si moltiplica incontrollato, e va incontro a una selezione naturale che premia i ceppi più resistenti agli antibiotici, rischiamo di avviare anche la produzione del prossimo virus che prenderà il posto del Covid nelle paure del pianeta.

Con il 70% del pollame mondiale allevato in condizioni immonde con spazi ridotti a zero e sporcizia oltre ogni ragionevole limite, il pericolo che da qualche angolo del mondo si avvii una nuova pandemia non è il grido di pochi visionari ma un allarme che si sta diffondendo.

Leggi anche: La generazione dei “licenziati dalla pandemia” rischia di non trovare più lavoro

Leggi anche: U.Di.Con chiede chiarezza sul funzionamento dei contatori elettrici

Di nuovo, occorre agire per cambiare il nostro stile di vita anche nel modo in cui scegliamo con cosa nutrirci. Non necessariamente diventando vegani, anche se saremmo in grado di farlo e vivere bene e a lungo, ma consumando con consapevolezza le proteine animali.

Impostazioni privacy