Il Reddito di Cittadinanza avrà a breve nuove regole. Il governo vuole mantenere questa misura ma modificando alcuni termini
Il reddito di cittadinanza è una misura introdotta nel 2018 dal governo Conte. In tre anni numerose famiglie hanno beneficiato del sussidio per contrastare la crescente povertà economica in Italia. Alcune fazioni parlamentari si oppongono con forza al Reddito, etichettandolo come un “regalo ad immigrati ed a persone che non vogliono lavorare”. Come se fosse una misura “salvaparassiti”.
Dal canto suo, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha più volte dichiarato che “in assenza degli ammortizzatori sociali la crisi economica sarebbe presto diventata crisi sociale”. Ed anche il premier Draghi ne è convinto, al punto che non vuole mettere in discussione il Reddito di Cittadinanza.
Allo stesso tempo, le istituzioni concordano sul fatto che in questi tre anni si sarebbe potuto fare di più sul fronte delle politiche attive. La pandemia ha catalizzato l’attenzione governativa e congelato il lavoro dei Centri per l’Impiego, già in precedenza deficitari. Si stima che solo una piccola percentuale delle offerte di lavoro passino per i Centri per l’Impiego.
Apprendiamo da una notizia diffusa da “Il Tempo” che sarebbero stati stanziati 200 milioni aggiuntivi da destinare ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza.
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Le calde discussioni parlamentari in merito hanno convinto il governo a dare una stretta, aumentando i controlli sulla veridicità dei requisiti, ed introducendo regole più rigide sull’obbligatorietà nell’accettare le offerte di lavoro.
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Ed i 200 milioni aggiuntivi potrebbero servire a sanare delle situazioni di difficoltà reale. Ci si augura che i fondi vengano anche utilizzati per implementare il lavoro delle risorse umane; finora, davvero pochi beneficiari del Reddito hanno trovato lavoro tramite i Centri per l’Impiego.