Riforma pensioni, tutti i rischi che riguardano il mondo della scuola

La riforma delle pensioni riguarda anche il mondo della scuola ma l’emergenza covid potrebbe distogliere gli insegnati da questa problematica

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La riforma delle pensioni continua ad essere un tema caldo per il governo Draghi che, entro la fine dell’anno, dovrà aver messo a punto un nuovo piano pensionistico.

Il 31 dicembre scade infatti “Quota 100” e sono varie le ipotesi al vaglio per garantire la pensione a milione di italiani che si preparano ad uscire dal mondo del lavoro.

Su questo tema si smuove anche il mondo della scuola, intervenuto per parlare di come il loro mondo sia stato bersagliato da una serie di misure che si sono susseguite ad un paio di distanza di anni.

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Riforma pensioni, cosa rischia il mondo della scuola

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A scendere in campo riguardo questo tema è Vittorio Lodolo D’Oria, medico ematologo, già rappresentante Inpdap del Collegio Medico per l’Inabilità al Lavoro della Asl di Milano. In un articolo pubblicato su Orizzontescuola.it, D’Oria pone la sua attenzione a questo delicato momento storico.

Se ne mondo della scuola, afferma il medico, si venisse a creare una contrapposizione, a seguito dell’obbligo del green pass per i docenti, tra i docenti stessi, potrebbero nascere due schieramenti: pro e contro il vaccino.

“Un simile conflitto – dichiara D’Oria, non porterebbe che a un indebolimento della categoria già provata da mille tensioni e dai ben noti stereotipi sulla classe docente, facendo scivolare in secondo piano il riconoscimento ufficiale delle malattie professionali degli insegnanti”.

Ovviamente tutto questo avrebbe anche implicazioni in termini di richieste di riforma pensioni della categoria. Sono state ben quattro, infatti, le riforme professionali che dal 1992 ad oggi non hanno tenuto conto delle malattie professionali e dell’usura psicofisica.

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Secondo D’Oria ci si è trovati a passare da un eccesso, con la bay pension, ad un altro, con la Legge Monti – Fornero. Per il medico, infine, “Si deve disinnescare il rischio che gli insegnanti sciupino tra loro energie che devono invece investire nelle battaglie che contano per la categoria”.

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