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In Libano la crisi economica non si ferma, metà della popolazione in povertà

A un anno di distanza dalla terribile esplosione nella capitale, Medici Senza Frontiere racconta tutte le difficoltà della popolazione libanese

Medici Senza Frontiere ha pubblicato un comunicato stampa il 31 Luglio 2021, per denunciare la terribile condizione di disagio in cui versa buona parte della popolazione in Libano.

A distanza di un anno dall’esplosione di Beirut, la situazione in Libano continua ad essere molto critica. La crisi economica ha messo in ginocchio il ceto medio della popolazione, con metà di questa che vive ormai in condizioni di estrema povertà. Persone che a partire dal 2019, l’anno di inizio dei problemi economici della nazione, si sono ritrovate d’improvviso costrette a sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. L’aumento dell’inflazione inoltre continua a mietere numerose vittime, svalutando i risparmi sui conto correnti dei cittadini. Evidente come, in un contesto già così’ fortemente segnato dalla crisi, l’avvento della pandemia ha aggravato ulteriormente la situazione. Così come lo ha fatto l’esplosione del 4 Agosto, ormai entrata di diritto come uno dei momenti più bui e tragici della storia della nazione.

Un evento che sconvolse il mondo intero, con le immagini dell’esplosione che in poco tempo fecero il giro del mondo, riempiendo d’angoscia il cuore di chi le osservava: sembrava realmente di assistere a quelle esplosioni atomiche che tante volte abbiamo visto raffigurate al cinema e in televisione. Oltre duecento morti e seimila feriti, e una deflagrazione che ha distrutto diverse strutture pubbliche fondamentali della capitali, tra cui diversi ospedali ma soprattutto, il deposito centrale della sanità, il luogo in cui vengono conservati una buona parte dei farmaci nella capitale in attesa di essere smistati. Medici Senza Frontiere si è immediata attivata a seguito di questa tragedia, per offrire tutto il supporto sanitario possibile al governo e alla popolazione. Come ricorda l’associazione nel suo comunicato, già lo scorso anno subito dopo l’esplosione, furono donati alla Protezione Civile libanese e la Croce, diverse kit con al loro interno medicinali e mascherine, oltra alla costruzione di un presidio medico nella zona di Karantina in cui è stato prestato soccorso a più di 1.800 persone. Inoltre, continua Msf, “le nostre équipe hanno inoltre condotto attività porta a porta nelle zone colpite per valutare i bisogni delle persone, installato taniche d’acqua e distribuito kit igienici e per la purificazione delle acque, e hanno intensificato il supporto psicosociale”. Nelle settimane successive l’inizio della pandemia, gli ospedali hanno iniziato ad intarsarsi molto velocemente a causa dell’alto numero di pazienti ricoverati per il Covid. Una situazione che il giorno dell’esplosione, ha impedito al sistema sanitario della capitale di arrivare preparato. Senza dimenticare i danni psicologici che un evento così estremo e traumatico ha lasciato sulla popolazione. 

I cittadini però non possono certo permettersi uno psicologo in un momento storico in cui persino una visita medica di base è diventata un lusso per la maggior parte della popolazione.

Adesso la vera sfida per il Libano è quello di riuscire a garantire un corretto approvvigionamento di farmaci all’interno della nazione in modo da arrivare preparati a un’altra possibile ondata di Covid. Subito dopo, il governo dovrà risolvere anche il problema di come trasportare questi medicinali. A causa della mancanza di carburante il costo dei trasporti è aumentato sensibilmente, finendo con l’intaccare anche il comparto delle forniture mediche. 

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A questo link, il comunicato ufficiale di Medici Senza Frontiere

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