L’Efsa ha bandito il biossido di titanio dalla lista degli additivi alimentari autorizzati

Secondo l’autorità europea non è possibile escludere potenziali rischi per il nostro organismo

L’Autorità Europea per la sicurezza Alimentare (Efsa) ha ufficialmente certificato il biossido di titanio come un additivo alimentare non sicuro.

Una decisione che avrà come conseguenza l’eliminazione dell’E171 dalla lista degli additivi alimentari autorizzati all’interno dell’Unione Europea. Il bando però entrerà in vigore soltanto nel 2024 e fino a quel momento, alle aziende che operano nel vecchio continente sarà ancora permesso utilizzarlo per la preparazione di specifici alimenti come ad esempio il dentifricio. Nell’analisi condotta dall’Efsa è emerso come allo stato attuale della ricerca, non è possibile escludere pericoli su una possibile genotossicità del biossido di titanio. Il timore è infatti quello che questo additivo alimentare una volta ingerito, contribuisca gradualmente a modificare il materiale genetico degli essere umani. Il biossido di titanio viene utilizzato dall’industria alimentare da circa mezzo secolo e attualmente il suo utilizzo è autorizzato su 48 categorie di alimenti. Si tratta oltretutto di un additivo che ha il solo scopo di rendere più gradevoli esteticamente i prodotti, come nel caso dei confetti che proprio grazie al biossido di titanio, acquistano quel colore bianco divenuto ormai caratteristico. Evidente che, adesso che l’Efsa ha ufficialmente lanciato l’allerta circa una sua probabile tossicità per l’organismo umano, viene da chiedersi quanto senso possa aver utilizzato fino ad adesso questa tipologia di additivi nell’industria, quando nemmeno servono a migliorare il prodotto da un punto di vista del gusto. Una mera aggiunta estetica che adesso scopriamo potrebbe rivelarsi tossica. Il dibattito su una possibile pericolosità del biossido di carbonio va avanti da molti anni in Europa. Nel 2020, la Francia ha deciso di bandirlo di sua iniziativa, dopo che l’Agenzia Nazionale Francese per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione (Anses), aveva sconsigliato il suo utilizzo nel rispetto del principio di precauzione. 

Maged Younes, tossicologo a capo del team Efsa che si occupa dell’analisi di additivi alimentari e aromatizzanti, ha commentando l’ultimo rapporto dell’agenzia spiegando che nel momento in cui ingerisce del biossido di titanio, l’assorbimento di questa particelle è minimo da parte dell’organismo, e anche per questo negli anni si è sempre tenuto a pensare che si trattasse di un additivo tutto sommato innocuo. Il problema però, spiega l’esperto, è che non esistono evidenze cliniche tali da poter escludere che questo comunque, una volta ingerito, non vada ad accumularsi progressivamente nell’organismo. Per questo, conclude lo studioso, la scelta più sensata da fare è quello di non utilizzarlo nell’industria alimentare. 

Quando parliamo di genotossicità, in riferimenti ai possibili effetti dannosi del biossido, si intende la capacità di una sostanza chimica di poter danneggiare il Dna degli esseri umani.  Matthew Wright, uno degli autori del documento pubblicato dall’Efsa, ha dichiarato che “le evidenze non sono ancora conclusive. Ma sulla scorta dei dati più recenti e dei metodi più solidi con cui sono stati condotti gli ultimi studi non abbiamo potuto escludere timori di genotossicità”.

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FONTI


https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/biossido-di-titanio-e171-cosa-sapere-sulladditivo-bocciato-dallefsa

https://ilsalvagente.it/2021/07/30/biossido-di-titanio-127480/

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