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La Didattica a distanza ha danneggiato gli studenti, a confermarlo una ricerca della Fondazione Agnelli

Lo conferma una ricerca della Fondazione Agnelli in collaborazione con vari istituti universitari

(pixabay)

La didattica a distanza è stata una necessità introdotta sull’onda dell’emergenza sanitaria, allo scopo di garantire una continuità scolastica.

La Fondazione Agnelli, in collaborazione con il Centro Studi Crenos e al Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari, ha pubblicato un indagine dal titolo “La DaD nell’anno scolastico 2020-21: una fotografia. Il punto di vista di studenti, docenti e dirigenti”. Il riassunto del report si può trovare in un comunicato del 23 luglio sul sito istituzionale minori.gov. Il campione analizzato comprende 123 scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, distribuite sull’intero territorio nazionale. La metodologia d’indagine sono stati i questionari, distribuiti a studenti, dirigenti e docenti.

Quello che ne è risultato è un dato noto da parecchio tempo: la DaD ha contribuito a peggiorare la qualità didattica e la preparazione degli studenti. Ma se la risultanza può sembrare ovvia, non lo è altrettanto il presupposto. Lo strumento in se di sicuro può creare maggiori difficoltà di contatto e di coinvolgimento, ma è significativo notare come 9 studenti su 10 abbiano dichiarato che le lezioni a distanza sono state impostate sullo stesso modello di quelle tradizionali in presenza. Quindi solo una percentuale molto bassa dei docenti ha tentato di adeguarsi al diverso modello comunicativo, per cercare di coinvolgere maggiormente gli alunni. E dove sono le responsabilità? Di sicuro il personale docente non è stato adeguatamente preparato alle mutate condizioni. I corsi di aggiornamento hanno riguardato principalmente le misure da adottare per il ritorno in presenza, e non la conversione dei contenuti in modalità informatica. Riprodurre gli stessi modelli “lezione-verifica” a distanza, non poteva in alcun modo essere vantaggioso. Alcuni docenti più “illuminati” hanno introdotto materiale video, giochi e ricerche di gruppo per sostituire la classica lezione. Ma sono stati una minoranza.

Una formazione adeguata del personale docente non è un’attività accessoria, ma necessaria, a maggior ragione nell’era della centralità informatica a scopo didattico.

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Pubblicato da
Giulia Borraccino