Disparità di genere, anche il settore artistico è coinvolto: il report della Commissione UE

La Commissione UE ha steso un report sulla parità di genere nei settori artistici e creativi

violenza donne

Forse erroneamente, lo sguardo comune verso i settori culturali ed artistici li ritiene più liberi da pregiudizi e discriminazioni.

Ma è una falsa credenza. Basterebbe osservare i titoli di testa dei film mainstream per accorgersi che le “firme”, sono sempre a grande maggioranza maschili. Inoltre il settore artistico, come riflesso esacerbato del panorama lavorativo generale, è da sempre afflitto dalla piaga delle molestie sessuali nei confronti delle donne.

Vuoi essere scelta come attrice protagonista? Devi corrispondere favori molto personali al regista o produttore di turno. Ovviamente non è una regola, ma una consuetudine molto più diffusa di quanto si immagini. Lo dimostra ad esempio il caso Weinstein, noto produttore cinematografico condannato a 23 anni di carcere per molestie sessuali e stupro aggravato nei confronti di 80 donne. Da questa vicenda è nato il movimento #metoo.

La Commissione europea, in un report sulla parità di genere nei settori creativi e culturali, porta alla luce i dati sul mercato lavorativo europeo. Da questa relazione emerge che anche in campo artistico la disparità di genere è un ostacolo alla carriera femminile ed all’accesso alle posizioni apicali.

Il divario di genere si manifesta in primo luogo attraverso la diseguaglianza nella retribuzione. E la pandemia ha inasprito questo fenomeno.

Mariya Gabriel, Commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani: “I settori culturali e creativi influenzano i valori e gli atteggiamenti della nostra società. Nonostante gli importanti progressi nel miglioramento della situazione femminile, il successo delle donne incontra ancora ostacoli.”

La relazione della Commissione Ue, oltre a riportare numeri e cifre, si prodiga in raccomandazioni e suggerimenti per ridurre l’iniquità di genere nel settore artistico.

Il report elenca 250 buone pratiche per conferire maggior dignità al lavoro femminile in campo creativo. Tra questi suggerimenti si trova un uso del linguaggio appropriato alla dimensione di genere. Generalmente si dà poca importanza alle parole, che svaniscono un attimo dopo averle pronunciate. Ma gli effetti rimangono. E spesso sono molto più insidiosi di quanto si creda. Contribuiscono fortemente, se non in maniera decisiva, alla creazione e riaffermazione di stereotipi culturali.

E quando le credenze ed i pregiudizi passano per il linguaggio comune, è molto difficile correggerli.

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Il report integrale della Commissione europea è disponibile a questo link

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