Buono fruttifero ordinario: vantaggi e caratteristiche dell’investimento 

Buono fruttifero ordinario: ecco come funziona uno dei 6 prodotti di Poste Italiane per fare un investimento lungo ma sicuro

Foto (Pixabay)

I buoni fruttiferi postali continuano ad essere fonte di investimento importante per gli italiani, sia per i costi bassi e soprattutto per la sicurezza del capitale. Esistono almeno 6 prodotti sottoscrivibili in questo momento, tutti vantaggiosi in base alle caratteristiche ricercate. Tra questi, oltre al buono dedicato a minori che registra un rendimento annuo lordo fino al 2.50%, c’è anche il Buono ordinario che anche presenta requisiti molto appetibili e sui quali è giusto fare più di una riflessione.

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Buono fruttifero ordinario, ecco come funziona 

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Banconote (Pixabay)

Il rendimento di per sé è contenuto, infatti si porta fino a uno 0.30% massimo, ma presenta in parallelo una serie di altri vantaggio da non sottovalutare. Il primo vantaggio è il seguente: volendo, si può ottenere un rimborso quasi immediato a fronte della durata ventennale definita. A differenza di altre situazioni, infatti, in questo caso non è necessario attendere delle determinate finestre temporali di durata annuale per accedere al guadagno.

In questo caso, piuttosto, non bisogna fare altro che attendere il primo anno dalla sottoscrizione del contratto e successivamente, al massimo, ogni bimestre. Nella descrizione riscontrabile sul sito ufficiale, infatti, vi è la seguente dicitura: “Puoi rimborsare il Buono in qualsiasi momento, avrai diritto alla restituzione del capitale investito e, dopo un anno dalla sottoscrizione, anche agli interessi maturati”.

Non ci sono costi per sottoscrivere un buono e piuttosto che recarsi in ufficio postale lo si può fare comodamente anche on line sul sito o attraverso l’applicazione ufficiale. I rendimenti, come detto, sono fissi crescenti e vanno da una base dello 0.05% del 1° anno fino a tutto il 4°. Si passa poi dallo 0.10 del 5° anno fino a un 0.13 nel 6°, 0.17 nell’8° e via dicendo. Al 20° anno, infine, ci si assesterà sul valore indicato dello 0.30%.

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