Tari, come richiederne la riduzione e pagare meno

La Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, può essere più bassa a fronte di una richiesta da parte di alcune categorie di cittadini.

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L’acronimo Tari corrisponde a Tassa sui Rifiuti. Questo tipo di imposta comunale è stata introdotta nel 2013 sostituendo le precedenti.

Il pagamento della Tari è finalizzato a sovvenzionare i costi di smaltimento dei rifiuti. Questa tassa viene pagata per il possesso di locali o aree scoperte suscettibile di produzione di rifiuti. Sono soggetti a pagamento della Tari le proprietà e le loro pertinenze (box etc.); sono escluse le aree non edificabili e le pertinenze quali posto auto scoperto e le aree condominiali comuni (eccetto il giardino) come ad esempio le scale di un palazzo.

La cifra annuale è definita da alcune variabili. Il numero di componenti di una famiglia, supponendo che più persone abitano un appartamento e maggiori sono i rifiuti prodotti, e l’estensione dell’appartamento o locale. Alla fine dei conti questa tassa semestrale pesa parecchio su famiglie ed attività commerciali.

I soggetti appartenenti alle categorie della legge 104 possono accedere ad una riduzione della Tari. Sono riduzioni per le famiglie che hanno almeno un componente con invalidità certificata.

I familiari dei soggetti invalidi usufruiscono di alcuni beneficigarantiti dalla legge 104, tra cui lo sconto sulla tassa per i rifiuti.

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Come richiedere la riduzione della Tari

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Non esiste una legge nazionale che permetta la riduzione sulle tariffe regionali e comunali. Tuttavia, alcuni comuni prevedono una riduzione sulla Tari.

Per poter accedere a tale sconto bisogna innanzitutto possedere le certificazioni di disabilità. È fondamentale inoltre verificare che il comune di appartenenza preveda questa riduzione. Per poter fare richiesta bisogna contattare gli uffici del comune di appartenenza e presentare l’apposita modulistica: carta d’identità, codice fiscale e certificazione di disabilità della ASL.

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Come stabilisce il regolamento della Tari si possono avanzare richieste di sostegno anche per altre utenze non domestiche (i locali non adibiti ad abitazione) quali ad esempio negozi o pertinenze dell’abitazione.

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