Patrimoniale, l’appello di Confindustria e la posizione di Draghi

L’idea di una patrimoniale era stata accantonata velocemente dal precedente governo, ma con il nuovo premier Draghi potrebbe essere rimesso tutto in discussione.

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L’idea di una patrimoniale era stata velocemente messa in un cassetto dal precedente governo Conte, ma potrebbe adesso divenire realtà nella nuova legislatura appena iniziata.

Mario Draghi ha davanti a sé un compito tutt’altro che semplice.

Nonostante infatti il suo governo di unità nazionale si sia costituito all’interno di un consenso tra i partiti molto ampio, la luna di miele non durerà in eterno, e le stoccate di Salvini ai nuovi ministri ancora prima del loro insediamento sono la prova più evidente di questo. Draghi si propone di trovare un punto di incontro con i partiti che compongono la maggioranza attraverso una riforma fiscale che in primo luogo, non aumenti in alcun modo il carico fiscale. 

Eppure, la possibilità di che questo nuovo governo possa decidere di varare una nuova patrimoniale è tutt’altro che remota. Si tratta inoltre di una misura che negli ultimi giorni ha trovato in Confidustria uno sponsor molto importante. 

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Il presidente della confederazione degli industriali italiani Orsini è stato infatti ascoltato di recente in audizione alla Commissione Finanza. Nel suo discorso, ha invocato più volte la necessità di una riforma del fisco che ripensi radicalmente la progressività fiscale nel paese, e proprio per questo, parlare di patrimoniale non deve essere considerato un tabù. Si tratterebbe però di una scelta che potrebbe compromettere proprio quel rapporto con la maggioranza che Draghi deve invece rafforzare.

Anche se, non bisogna nemmeno dimenticare come nel suo discorso al Senato, il nuovo premier su alcuni temi ha preso posizione in modo piuttosto netto. Se davvero ad esempio, come si vocifera in questi giorni, Draghi vuole prendersi la responsabilità di cancellare i bonus per ripensare integralmente il sistema, significa che ci troviamo di fronte a un tecnico che non ha paura di prendersi delle responsabilità politiche.

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I bonus del governo Conte sono stati innegabilmente apprezzati da una buona fetta della popolazione, e questo i partiti lo sanno, così come sanno quanto una nuova patrimoniale potrebbe dividere il paese. L’impressione, è che si tratta di una questione che non andrà troppo per lunghe, e che un tratto un paio di settimane scopriremo se sarà questo il primo vero punto di scontro tra Draghi e la sua maggioranza. 

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