Pessime notizie per i cittadini: il bonus di 500 euro è stato cancellato. Ecco chi perderà la possibilità di avere l’accredito.
Negli anni questo contributo era diventato un appuntamento fisso, una piccola boccata d’ossigeno che tante famiglie aspettavano per alleggerire spese inevitabili. Non parliamo di un lusso: quel bonus finiva sempre in acquisti utili, strumenti di lavoro, abbonamenti, corsi che permettevano di tenersi aggiornati. Proprio per questo la notizia del blocco è stata un fulmine a ciel sereno.
Da settimane si attendevano date, comunicazioni, l’apertura della piattaforma dedicata. Niente di tutto questo è arrivato. Solo silenzi, rinvii, voci che cominciavano a rincorrersi tra gli addetti ai lavori. E quando un beneficio viene meno all’improvviso, inevitabilmente nascono dubbi, preoccupazioni, domande. Poi, nelle ultime ore, è arrivata la conferma che in tanti temevano.
Il contributo che ogni anno veniva riconosciuto non è semplicemente in ritardo: è stato congelato. La procedura è ferma, la piattaforma non è stata attivata e il provvedimento che avrebbe dovuto autorizzare la nuova erogazione slitterà direttamente al 2026.
Il bonus non era destinato a tutti, ma a una categoria ben precisa: insegnanti e personale educativo. La somma veniva usata per acquistare libri, software, materiale didattico, iscriversi a corsi di aggiornamento o coprire alcune spese utili allo svolgimento della professione. Un aiuto concreto in un settore in cui investire di tasca propria è spesso inevitabile. Ma quest’anno la cosiddetta Carta Docente si ferma.
Il portale del Ministero, che normalmente si apriva tra settembre e novembre, è rimasto inaccessibile. Non per un problema tecnico, ma per l’assenza di un decreto interministeriale che dovrebbe stabilire chi avrà diritto al bonus e in quale misura. Finché il decreto non verrà pubblicato, non ci sarà nessuna possibilità di accedere al contributo.
Secondo le prime indicazioni, il contributo potrebbe essere ridotto. Si parla di una cifra compresa tra 400 euro e un importo inferiore, perché la platea dei beneficiari verrà ampliata. Oltre ai docenti di ruolo, dovrebbero rientrare anche i supplenti fino al 30 giugno e il personale educativo. Un passo avanti sul piano dell’inclusione, ma che richiede risorse aggiuntive. Risorse che, al momento, non ci sono.
La scelta di far slittare tutto al 2026 è legata proprio alla necessità di riscrivere le regole, ridefinire i criteri, aggiornare le procedure.
Per chi lavora nella scuola, questa sospensione pesa molto. La Carta Docente serviva a coprire spese che difficilmente possono essere rimandate, e la sua riduzione rende più difficile formarsi, acquistare materiale o aggiornarsi come richiesto dal ruolo. Un cambiamento che arriva in un momento già complesso, lasciando un vuoto che si farà sentire.