La salute mentale è molto importante, ecco perché tutti aspettano il ritorno del bonus psicologo 2025: tutte le novità.
Sai quando si parla di bonus, tutti pensano subito a quelli legati alla casa, alle bollette o alla spesa. Ma ce n’è uno che tocca corde più profonde: il bonus psicologo.
Dal 15 settembre al 14 novembre potrai fare domanda all’Inps, e in caso di accoglimento ricevere un contributo che va da 500 a 1.500 euro, a seconda del tuo Isee.
Il punto è che i soldi stanziati non bastano per tutti. Parliamo di 9,5 milioni di euro: alla fine si traduce in poco più di 6.300 persone seguite in tutta Italia. Una goccia nell’oceano, se pensi che i dati dicono che almeno 5 milioni di italiani avrebbero davvero bisogno di un supporto psicologico ma non possono permetterselo.
Basta guardare i dati dello scorso anno: più di 400mila domande, accolte appena 3.300. Una differenza davvero impressionante.
Chi può farne richiesta? Le regole sono piuttosto chiare. Chi ha un reddito tra i 15 e i 30mila euro può ricevere fino a 1.000 euro di aiuto. Se invece si guadagna dai 30 ai 50mila, il contributo scende a 500 euro. Poi c’è una graduatoria che decide chi entra e chi resta fuori, basata sia sull’Isee più basso sia sulla velocità con cui presenti la domanda. Quindi conviene muoversi subito, perché ogni giorno può fare la differenza.
Una cosa da sapere è che i soldi non finiscono sul conto del beneficiario. Vengono erogati direttamente allo psicologo, fino a un massimo di 50 euro a seduta. Tu hai 270 giorni di tempo per usare il contributo, quindi devi organizzarti e iniziare il percorso abbastanza presto.
Al di là dei numeri, resta la questione di fondo: la salute mentale non dovrebbe essere un lusso. Il bonus ha dimostrato di funzionare. Secondo uno studio, ha ridotto assenze dal lavoro e giorni di malattia, generando addirittura un risparmio per lo Stato. Nel 2022 si è parlato di oltre 300 milioni di euro risparmiati.
Eppure tutto resta appeso a misure temporanee. Lo psicologo di base, che dovrebbe diventare un punto di riferimento come il medico di famiglia, è ancora bloccato nei meandri parlamentari. Peccato, perché il nuovo Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale dice chiaramente che i disturbi psicologici cresceranno nei prossimi anni.
E allora, più che di bonus una tantum, servirebbe un servizio continuativo, vicino alle persone, capace di affrontare al meglio i bisogni quotidiani delle persone. Perché sì, un contributo può aiutare, ma quello che serve davvero è sapere di poter bussare a una porta e trovare qualcuno pronto ad ascoltarti, senza farti indebitare.