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Bancomat chiusi a raffica, quanto c’è di vero?

È utile comprendere se l’ennesimo sportello fuori servizio è il sintomo di un cambiamento in atto o di strategie latenti. Cosa sta succedendo

Sportelli automatici ATM Bancomat (Foto Adobe)

È parte dei nostri servizi quotidiani quello di passare allo sportello del bancomat a prelevare soldi o semplicemente per ricevere la “strisciata” dei movimenti. Ci basta in fondo, fare uso della carta magnetica che oramai rammentiamo di portare con noi prima dello stesso portafoglio, sapendo che possiamo ritirare del contante, quanto possiamo entrare in un negozio e pagare i nostri acquisti tramite il servizio POS. 

Se sentiamo la necessità di tenere con noi del contante, non dobbiamo fare altro che approfittare della capillarità degli sportelli automatici ATM che con gli anni si è andata formando, di pari passo con la diffusione delle filiali di banca. Proprio i primi, infatti, hanno progressivamente fatto guadagnare all’utente una certa autonomia su alcune operazioni, evitando di entrare all’istituto di credito, accodarsi alla fila e veder scorrere minuti preziosi prima di giungere di fronte all’impiegato per un prelievo.

Bancomat, cosa si nasconde dietro la chiusura di molti ATM?

Sportelli automatici ATM Bancomat (Foto Adobe)

Come si può riscontrare sotto le festività, è utile (lo sa benissimo la fila che troviamo allo sportello), prima di concentrarsi nella concitata maratona delle compere, sapere di aver credito sufficiente; meglio ancora, se il saldo ci suggerisca il limite di spesa che non dobbiamo superare. Il contante offre effettivamente una migliore percezione di quanto, dei nostri averi, stiamo cedendo; ma è anche vero che l’adozione dei numerosi sistemi di pagamento tracciato, obbligatoriamente presenti negli esercizi commerciali e negli uffici, è una realtà.

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Possiamo, in teoria, fare a meno del contante? Probabilmente sì e ciò potrebbe – il condizionale è d’obbligo – avvenire per comportamenti indotti. Molti utenti, correntisti di qualsiasi istituto di credito, denunciano “disservizi” sempre più diffusi e persistenti presso gli sportelli automatici fuori dalle filiali; di fatto, non possono prelevare e, in alcuni casi, per molti giorni.

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I costi di comodato delle apparecchiature che pagano le banche alle società di gestione crescono sempre di più, registrando scarsa convenienza; a breve, dal lato del cliente, presto si affaccerà lo spettro di commissioni di prelevamento (specie se da una banca che non è la propria) decisamente più onerose. Il digitale, dunque, con la sua “moneta elettronica” sta già rappresentando il naturale sostituto del vecchio scambio di cartamoneta ma con questo nessuno può ad oggi prevedere un nesso tra i guasti, seppur diffusi, degli ATM col costringere il cliente a pagare con la carta magnetica. Tutto il resto è fake news.

Pubblicato da
Roberto Alciati