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Cartelle esattoriali, in quali casi si rischia il carcere?

Ci sono dei casi in cui il mancato pagamento di una cartella esattoriale può portare addirittura al carcere

Cartelle esattoriali (Foto Adobe)

Il carcere per gli evasori fiscali esiste, si può dire, da sempre ma nel 2020, con la riforma messa a punto dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede le cose sono cambiate. Tramite tale riforma, infatti, “i conteggi” li fa la cartella esattoriale prima ancora del giudice, motivo per il quale la condanna penale diventa molto più probabile e il carcere si avvicina.

Le pene per gli evasori fiscali sono state dunque inasprite dal momento che sono state anche abbassate le soglie di rilevanza penale. Questo significa che diventa più facile commettere un reato fiscale ma anche accertarlo. Con le nuove norme, per essere denunciati penalmente basterà ricevere un qualsiasi accertamento dell’Agenzia delle Entrate, che ha valore di cartella esattoriale, e riporta chiaramente l’ammontare delle imposte evase e non pagate.

Cartelle esattoriali, ecco quando si rischia il carcere

Cartelle esattoriali (Foto Adobe)

Il maggior numero di reati fiscali riguarda la dichiarazione dei redditi o l’Iva e, ovviamente, l’emissione di fatture false. Da quando però la fatturazione elettronica ha preso piede, ogni comportamento del contribuente è analizzato a distanza e, contemporaneamente, i tempi e gli accertamenti delle violazioni fiscali sono molto più stringenti rispetto al passato.

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Il Fisco esamina la posizione fiscale del contribuente a distanza e appena scova delle irregolarità fa scattare subito la contestazione delle violazioni e la cartella esattoriale arriva inesorabile, notificata per posta o per Pec. Nello stesso momento parte la segnalazione di reato che viene comunicata a cura dell’Amministrazione finanziaria direttamente alla Procura della Repubblica competente.

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Per quanto riguarda la dichiarazione infedele la soglia è di 100mila euro e le sanzioni previste passano dal minimo di un anno al massimo di 3, passano da 2 anni a 5 anni. Se nella dichiarazione fraudolenta si inseriscono false fatture c’è un reato autonomo e più grave, dove la pena massima passa da 6 a otto anni di carcere e la minima parte da 4 anni, al posto dell’attuale 1 anno e 6 mesi.

Se si superano le 100mila euro scatterà anche la denuncia penale e quindi inizierà anche il procedimento penale. La minaccia di carcere non è comunque immediata. L’evasore prima riceverà la cartella esattoriale, poi dovrà preoccuparsi dell’avviso di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle Entrate o degli avvisi di addebito Inps.

Pubblicato da
Ramona Buonocore