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Alimentazione

Food porn, Instagram USA apre le “sponsorizzazioni” commerciali a chiunque

Il food marketing non sarà più lo stesso. Se la chance statunitense si allargherà anche ad altri Paesi l’informazione sull’alimentazione sarà a messa a repentaglio

Food porn (Foto Adobe)

Sempre più spazio online viene offerto all’informazione sul cibo. In particolare, collateralmente alle conferme che una sana alimentazione contribuisce notevolmente a migliorare la qualità della vita, numerosi studiosi spendono tempo e parole nell’intentare una lotta contro il cibo spazzatura a vantaggio dell’alimentazione sana.

Ora, un fenomeno incipiente è alle porte. Con sorpresa, anche in virtù dei crescenti controlli sui contenuti dei social, apprendiamo che Instagram versione statunitense, offre ai propri utenti la possibilità di inserire nelle foto un tag che rimandi direttamente all’azienda di produzione. Ciò collega il prodotto fotografato, con il relativo commento, direttamente al marchio. E’ una sponsorizzazione a tutti gli effetti.

Ed a portarla avanti non sono gli esperti di marketing o i testimonial ufficiali, ma qualsiasi utente che con quest’azione si propone influencer. Questo meccanismo, per ora relegato esclusivamente al mercato statunitense, può modificare radicalmente il mondo della pubblicità online. Ma ci sono dei problemi. Il primo della lista è il controllo su questa pubblicità.

Si è fatto tanto per eliminare dai media le sponsorizzazioni di tabacco ed alcolici, ed ora possono tornare in auge, come anche altri prodotti poco salubri. E finché si tratta di commercializzare abbigliamento o altro, poco importa, ma quando si tocca la salute pubblica, si dovrebbe prestare maggiore attenzione.

Ai microfoni de “Il Fatto Alimentare”, Vincenzo Russo, docente di Psicologia dei consumi e neuromarketing, incalza: “In controtendenza rispetto all’impegno di vigilanza recentemente assunto da Spagna e altre nazioni europee per quanto riguarda proprio i contenuti online legati al food, l’iniziativa di Instagram potrebbe contribuire a fare delle piattaforme social il terreno di un ‘marketing senza frontiere’ difficile da controllare”.

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Ciò che preoccupa è il presupposto di tale possibilità offerta da Instagram, e le declinazioni fuori controllo che essa può assumere. C’è da tener presente che da oltre un decennio, nei social spopola il fenomeno del cosiddetto “food porn“, ovvero la fotografia reiterata e minuziosa del cibo che l’autore si appresta a consumare. L’associazione con il porno è data dall’autore-consumatore, e dal desiderio di coinvolgimento che egli vuole creare nel fruitore, una forma di “eccitazione” e desiderio verso l’oggetto fotografato.

Questa dinamica ormai dilagante, se associata al marchio del prodotto, è evidente che può introdurre fenomeni che distorcono le regole della sponsorizzazione online. A maggior ragione se, in una prospettiva futura le aziende possono valutare di retribuire gli aspiranti influencer.

Continua Russo: “Questo renderà ancora più necessario responsabilizzare gli influencer (più o meno noti) rispetto al loro ruolo di guida delle abitudini di acquisto e consumo – alimentare e non solo – di altri utenti del web, e sensibilizzarli all’importanza di veicolare messaggi legati a un’alimentazione sana, per evitare che la ‘fame di like e condivisioni’ li spinga a sponsorizzare qualsiasi tipo di prodotto, per quanto poco salutare”. Sarà realisticamente possibile?

Pubblicato da
Giulia Borraccino