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Se lavi l’insalata così si riducono i batteri

L’insalata va lavata, su questo non ci sono dubbi ma basta lavare con l’acqua o è meglio aggiungere qualcosa per evitare che i batteri si attacchino alle foglie?

foto Pexels

Da sempre sappiamo che tutta l’insalata acquistata o raccolta in un campo va lavata con acqua e con molta attenzione per rimuovere terra e impurità ma c’è un modo migliore soprattutto per combattere le eventuali infezioni batteriche che possono colpirci con un lavaggio non attento.

Un nuovo studio pubblicato su Journal of Food Safety ha preso in esame esattamente questa pratica: lavare l’insalata con acqua e con alcuni additivi sanificanti. I risultati  contro i batteri dell’E. coli, della Salmonella e della Listeria monocytogenes sono  stati sorprendenti utilizzando proprio queste sostanze.

Insalata, lavatela con acqua o con queste sostanze

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Lavare l’insalata con acqua è il primo passo per evitare di cadere vittima di intossicazioni. I batter si trovano infatti ovunque e possono stazionare e riprodursi anche sulle foglie di un innocuo cespo di lattuga.

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Per scoprire proprio il modo più sicuro per lavare l’insalata un team di ricercatori dell’Università di Teramo ha condotto uno studio esaminando le performance “battericide” di alcune sostanze ritenute utili per disinfettare e contrastare germi e batteri. Nello specifico sono stati esaminati l’ipoclorito di sodio (in commercio con il nome di Amuchina) il bicarbonato di sodio e l’olio essenziale di cannella, un battericida naturale.

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I risultati sono davvero sorprendenti e sfatano un mito che ci portiamo dietro da generazioni. Se infatti l’Amuchina si è dimostrata molto efficace nell’abbattere la carica batterica presente sulle foglie dell’insalata presa come oggetto dello studio e altrettanto utile si è rivelato l’olio essenziale di cannella le performance del bicarbonato sono state sorprendentemente scarse. Il bicarbonato non è servito infatti nè a ridurre i batteri sulle foglie di insalata iceberg (l’insalata usata per il test) nè ad evitare una ricontaminazione in frigo.

Pubblicato da
Valeria Poropat