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Il 2022 nelle previsioni di italiani ed esperti di filiera, i dati del nuovo rapporto Coop

Coop e Nomisma hanno realizzato uno studio nello scorso mese di dicembre 2021 chiedendo a cittadini e addetti ai lavori quali siano secondo loro le possibili previsioni per questo 2022 appena iniziato

Foto Unsplash

A influire sulle risposte ovviamente c’è innanzitutto la pandemia che si rivela allo stesso tempo trampolino di lancio verso un futuro diverso e più sostenibile, e insieme causa della maggior parte delle incognite. Questo il sottotitolo della pagina su cui è stato pubblicato il rapporto: “Pronti a saltare verso il nuovo futuro gli italiani si sono ritrovati immobilizzati dalla recrudescenza del contagio. Il 2022 si apre tra dubbi e incertezze con poche cose già chiare. Positive, la voglia di rinnovarsi degli italiani. Altre meno come l’aumento dei prezzi“.

Un 2022 che come parole chiave ricalca l’anno appena trascorso: “Speranza” (la indica il 32% del campione “consumer”), “ripresa” (16%), “cambiamento” (15%). Ma nel 2022 è soprattutto il “timore” a crescere, più che raddoppiando dal 3% al 7% rispetto allo scorso anno“. Mentre aspettiamo che la pandemia ci abbandoni definitivamente, c’è un 57% dei consumatori che dichiara che l’aspetto più importante è adesso prendersi cura di se stessi, per il 53% occorre trovare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata, il 55% vuole rivedere le proprie priorità e un 21% ha dichiarato di voler costruire una nuova vita.

Si tratta questi di sentimenti assolutamente comprensibili. La pandemia infatti ci ha costretto a mescolare in maniera anomala e improvvisa pubblico e privato, lavoro e famiglia e a dover gestire tutto come i più abili degli acrobati. Dalla situazione di forte stress in cui ci siamo trovati tutti emerge forte la spinta a voler trovare un equilibrio che rimetta sul giusto binario il lavoro e la propria vita privata, perché probabilmente in tanti ci siamo accorti che anche prima di essere costretti a lavorare al tavolo di cucina, il lavoro occupava troppo spazio non solo in termini strettamente numerici di ore ma anche in termini di ore passate a pensarci.

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Sempre a causa delle restrizioni cui siamo stati sottoposti, molti si sono resi conto che la propria vita potrebbe essere diversa e che sotto alcuni punti di vista le cose non vanno bene. La voglia di cambiare per esempio lavoro è emersa in quasi un italiano su tre ed è anche questa il sintomo della volontà di poter cambiare ciò che è in nostro controllo dato che la situazione in cui siamo tuttora immersi, e in cui probabilmente saremo immersi per i prossimi mesi, sfugge alla nostra stretta.

E nella riflessione c’è spazio anche per il clima:dopo Cop26 e i vari disastri ambientali del 2021, il climate change è considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78%) e gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82%). Nell’attesa, il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini”.

“Tutti, però, sono ancora alla ricerca di concrete soluzioni pratiche per rendere più sostenibile la loro vita quotidiana; sono disposti a acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80% del campione), eviterebbero gli sprechi alimentari (61%), ma solo il 18% rinuncerebbe alla lavastoviglie, il 15% sceglierebbe l’usato e appena il 14% ridurrebbe l’uso della lavatrice“.

Passando invece agli esperti del settore, gli italiani rimarranno dubbiosi e continueranno a tagliare spese soprattutto per quello che riguarda il tempo libero e a cercare nella spesa quotidiana il miglior rapporto qualità prezzo, prediligendo il più delle volte le marche dei distributori rispetto a quelle più famose anche per contrastare la prevista crescita dei prezzi che dopo le bollette arriverà anche nel carrello della spesa.

Pubblicato da
Valeria Poropat