La+Sugar+Tax+funziona%2C+le+prove+vengono+da+due+nuovi+studi+USA
consumatorecom
/2021/12/14/sugar-tax-funziona-studi-americani/amp/
GREEN

La Sugar Tax funziona, le prove vengono da due nuovi studi USA

La Sugar Tax, ovvero una imposta che avrebbe il risultato di aumentare il prezzo delle bibite e disincentivare così il loro consumo, funziona. Lo dimostrano due studi americani

Foto Sharon McCutcheon Unsplash

Si è parlato negli ultimi tempi della Sugar Tax, soprattutto perché il Governo italiano a ottobre ha deciso di rinviarne l’adozione al 2023. Ma se i produttori di bibite si sono detti contenti di questo rinvio nonostante cerchino ancora di eliminarla del tutto, ci sono prove scientifiche che dimostrano che l’introduzione di questo genere di tassazione aiuta i consumatori a diminuire proprio il consumo di bevande zuccherate con conseguente miglioramento delle loro condizioni psicofisiche.

Tra l’altro una forma di Sugar Tax sia sulle bibite sia in alcuni casi anche sulle merendine è già in vigore in circa una cinquantina di paesi del mondo dove sta avendo risultati molto incoraggianti. E mentre qui da noi in Italia sembra nuovamente che stiano vincendo gli interessi economici di pochi contro il benessere di molti, arrivano almeno le prove scientifiche di due distinti studi pubblicati entrambi da ricercatori dell’Università dell’Illinois e che si sono concentrati sulla città di Seattle.

A Seattle, infatti, dal 2018 è entrata in vigore la tassazione cosiddetta Sugar Tax e, stando ai dati in tutte le fasce di popolazione, l’introduzione di questa tassazione aggiuntiva è riuscita a ridurre il consumo di zucchero facendolo rientrare nei parametri indicati come salutari tra gli altri anche dall’OMS.

Il primo studio è stato condotto analizzando i dati sugli acquisti fatti a Seattle e confrontandoli con quelli di Portland, una città paragonabile a Seattle per dimensioni e caratteristiche ma in cui non viene applicata la Sugar Tax. I risultati sono molto incoraggianti. Gli studiosi hanno riscontrato una diminuzione del volume di vendita pari al 22% e in particolare una riduzione del 29% delle confezioni maxi, particolarmente diffuse e apprezzate dalla popolazione americana.

Il secondo studio si è invece concentrato sul quantificare lo zucchero che è stato venduto attraverso queste bevande gassate. Anche analizzando i dati di vendita da quest’altro punto di vista si è notato come ci sia stata una diminuzione del 23% in grammi di zucchero venduto in due anni. Tra l’altro, nonostante Assobibe stia cercando di far passare come inutile la Sugar Tax. Questo tipo di approccio, secondo un terzo studio, potrebbe essere l’unico in grado veramente di modificare le scelte di acquisto dei consumatori.

Leggi anche: Il nuovo Ddl sulla prevenzione dei femminicidi procede senza consultare i centri antiviolenza, la denuncia di D.i.Re.

Leggi anche: Le poche luci e le molte ombre dell’aspetto economico della transizione…

Lo studio pubblicato su Appetite ha infatti scoperto, o meglio chiarito, il legame che c’è tra consumo di bevande e benessere psicologico: il consumo di bibite è legato a doppio filo all’immagine positiva e vincente che al consumatore viene proposta nella pubblicità.

Cambiando quindi il modo in cui i consumatori percepiscono le bevande, e chiarendo che la tassazione viene introdotta proprio perché un consumo eccessivo di zucchero fa male, potremmo veder diminuire ulteriormente il consumo di bibite zuccherate e poter così affrontare una delle cause del sovrappeso e dell’obesità, in particolare quella infantile.

Pubblicato da
Valeria Poropat