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Attualita'

“La famiglia uccide più della criminalità”, il report di osservatorio diritti sulla violenza di genere in Italia

Oltre il 50% delle donne uccise sono vittime di partner o mariti

(unsplash)

Cento donne scomparse in Italia nel 2021. E non per propria volontà, ma perché vittime della violenza altrui. Di queste, 57, oltre la metà, sono cadute nelle mani di mariti, amanti, ex partner che hanno cercato il riscatto al machismo ferito attraverso la morte.

Il 2020 è stato l’anno in cui si abbattuto di più l’indice della criminalità, complici lockdown ed aumenti generalizzati dei controlli; ma i soprusi si sono spostati dalle strade alle “sicure” mura domestiche dove si sono innalzati i numeri di violenza a discapito delle donne.

Da qualche anno nei giornali, nei blog e nella vulgata è entrato il termine femminicidio, una declinazione al femminile dell’omicidio.

Perché la necessità di “contare” i delitti di genere? La risposta è più complessa di quanto sembri.

Il femmicidio non contrassegna esclusivamente il genere di appartenenza della vittima, ma regala molte più informazioni sul suo artefice. I femminicidi sono i delitti consumati ad opera di uomini con legami perlopiù affettivi con la vittima, che fanno sfociare in violenza sentimenti quali gelosia, rabbia, senso di abbandono.

E non è secondario che nonostante queste emozioni siano spesso condivise all’interno di una coppia da ambo i ruoli, le vittime siano nella quasi totalità donne.

Questo testimonia quanto in Italia lo stereotipo di genere sia ancora in vigore. E lo stereotipo non si combatte nei tribunali, ma nella cultura media, sulla quale evidentemente la discriminazione di genere è accettata comunemente.

Cinquantasette donne su 100 nel 2021 sono state uccise in quanto donne, quindi più deboli ed impossibilitate a rivendicare la propria autonomia.

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La punta dell’iceberg che si risolve nella violenza trova origine nel “senso comune”, nelle battute da bar maschiliste e nelle testimonianze lavorative sulle difficoltà delle donne.

Chi si reputa innocente perché non ha mai alzato un dito contro una donna non dovrebbe dimenticare che qualunque stereotipo di genere avalla il sopruso, e crea l’humus culturale necessario perché il delitto compiuto venga considerato legittimo dal suo artefice.

A questo link il report di Osservatorio Diritti

Pubblicato da
Giulia Borraccino