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Cinque ragazzi contro il Governo australiano: “La loro inattività è una violazione dei diritti umani”

Cinque coraggiosi giovani australiani hanno deciso di denunciare il Governo del loro Paese alle Nazioni Unite dichiarando che la mancata attuazione di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici si configura come una violazione vera e propria dei diritti umani

Foto Kelly Sikkema Unsplash

La loro battaglia viene riportata sul sito di Environmental Justice Australia che nel paese si occupa di portare avanti le istanze di chi sente il cambiamento climatico come un cataclisma pronto a spazzarci via.

Questa la dichiarazione dei 5 giovani attivisti che appartengono a diverse comunità tra cui la First Nation e la comunità delle persone disabili: “Parliamo per ogni bambino nel Paese. Abbiamo il diritto ad avere un futuro luminoso in cui siamo al sicuro, in salute e possiamo praticare la nostra cultura nel paese. Il Governo Australiano dovrebbe rappresentarci tutti ma in questo momento sta ignorando le realtà evidenti di quello che significa per noi cambiamento climatico. È tempo che il Governo australiano affronti la realtà che la sua in attività sul cambiamento climatico è una violazione dei diritti umani che mette i giovani in serio pericolo a livello mentale e fisico. Vogliamo giustizia climatica per noi e per i giovani, per le persone della First Nation e per quelle con disabilità che si trovano nel nostro Paese. Questo significa un target di emissioni al 2030 molto più deciso e un posto al tavolo in modo da poter dire la nostra sulle decisioni che avranno ripercussioni sul nostro futuro”.

Al momento l’Australia si è data come target una riduzione di meno del 30% delle emissioni entro il 2030. Questi cinque giovani attivisti hanno deciso di scrivere alle Nazioni Unite e contemporaneamente di fare un’altra richiesta direttamente al Governo australiano perché apra gli occhi e faccia qualcosa.

Per scuotere le coscienze, questi giovani attivisti si sono rivolti alle Nazioni Unite anche perché, come spiega Brittni Dienhoff, Climate Lawyer per Environmental Justice Australia, “i diritti dei gruppi che sono colpiti in maniera proporzionata dalla crisi climatica (i giovani, le persone con disabilità e i membri della First Nation) sono protetti da diverse convenzioni delle Nazioni Unite, tutte convenzioni che l’Australia ha ratificato. L’Australia non è soltanto passibile di infrazione a questi strumenti, ma appare chiaro che il Governo sta ignorando gli obblighi fondamentali di protezione dei diritti dei giovani” .

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A qualcuno potrebbe sembrare eccessivo rivolgersi alle Nazioni Unite per una questione nazionale ma in realtà, se anche solo un paese smette di lavorare o non si impegna a sufficienza per contrastare la crisi climatica che rischia di inghiottirci, gli sforzi di tutti saranno vani.

Dalla crisi climatica ne usciamo soltanto tutti insieme e soprattutto ne usciamo soltanto se cerchiamo di smettere di guardare il mondo intorno a noi come una semplice riserva di risorse da sfruttare o come un tappeto sotto cui nascondere i nostri errori.

A questo link la pagina del progetto sul sito Enviromental Justice Australia

Pubblicato da
Valeria Poropat