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Cashback, il piano B: ecco come potrebbe cambiare

Il Cashback di Stato potrebbe essere ripristino con l’inizio del 2022 ma in una modalità diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere

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Il Cashback di Stato potrebbe non sparire del tutto ma essere riadattato solo per alcune fasce di popolazione.

A lasciare una porta mezza aperta per quanto riguarda la misura è il ministro dell’Economia Daniele Franco che, in audizione sulla Nadef, non ha escluso la possibilità di rilanciare il Cashback anche per il 2022.

Cashback di Stato, ecco cosa potrebbe cambiare

Pagamento con carta (©Getty Images)

Voluta dal governo Conte e poi sospesa dal governo Draghi, il Cashback potrebbe essere riproposto in una versione inedita che potrebbe andare incontro alla fascia di popolazione più debole economicamente.

La misura ha da sempre voluto favorire e spingere gli italiani a pagare in modalità elettronica e, nello stesso tempo, facilita il contenimento dell’evasione fiscale. Quello che però il Governo vuole fare è un’analisi costi e benefici e potrebbe essere utile avere degli aggiustamenti.

Stando alle ultime indiscrezioni, sembrerebbe che il Governo stia pensando di destinare la misura del Cashback solo alle famiglie con un fascia di reddito medio – basso e starebbe per stanziare ben 500mila euro.

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Tra le novità sembrerebbe esserci anche un numero minimo di transazioni necessario all’ottenimento del bonus più basso rispetto alla versione originaria: non più 50, e con rimborsi sui singoli acquisti per una spesa di 15 euro fino a un massimo di 150 euro.

Intanto per quanto riguarda il Cashback nella sua forma originaria, i dati forniti a CorCom da Consap parlano di 6.041.945 i milioni di bonifici effettuati per un totale di circa 893 milioni di euro. I rimborsi sono stati tutti erogati eccezion fatta per gli aderenti che hanno fornito l’Iban in ritardo o non lo hanno ancora fornito.

Pubblicato da
Ramona Buonocore