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Nel 2020, 277 persone sono state uccise per aver protetto il pianeta e l’ambiente

Secondo il report di Global Witness, con l’intensificarsi della crisi climatica aumenta anche la violenza verso coloro che proteggono l’ambiente

Getty Images

Óscar Eyraud Adams stava lavorando per aiutare una comunità indigena californiana ad ottenere l’accesso alle fonti idriche. E’ stato assassinato in Messico nel settembre 2020; Fikile Ntshangase, sudafricana, 65 anni, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco: era coinvolta in una disputa legale sull’estensione di una miniera a cielo aperto. La figlia dichiara: “Fino ad oggi non sono stati effettuati arresti nelle indagini sull’omicidio di mia madre. Non c’è stata alcuna responsabilità. Mi sembra che qualcuno voglia che l’espansione della miniera e l’estrazione vadano avanti, a qualunque costo”.

Questi sono solo 2 esempi dei 227 attivisti uccisi nel 2020 per proteggere il pianeta. E’ stato proprio il loro lavoro di difesa della natura a fargli perdere la vita. Nel 2020 più della metà degli omicidi sono avvenuti in Messico, Colombia, Filippine. L’organizzazione Global Witness, in un report sul tema, sostiene che da quando sono stati firmati gli Accordi di Parigi, nel 2015, sono stati uccisi mediamente 4 attivisti a settimana, eliminati perché si prodigavano per contrastare le politiche di disboscamento, sfruttamento minerario e costruzione di infrastrutture dannose per l’ambiente. L’aggravamento della crisi climatica ha portato ad un inasprimento delle lotte per salvaguardare le risorse naturali; ma le parti in guerra non posseggono mezzi paritari, e chi ne è meno fornito soccombe.

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E’ importante sottolineare la crescita della violenza contro gli attivisti ambientali non per farne dei martiri o degli eroi, ma per ricordare che la battaglia ambientale non si gioca solo sui tavoli istituzionali, ma spesso la parte più importante viene portata avanti sul campo. Se una porzione della popolazione ritiene che la sensibilità ambientale sia prerogativa borghese e radical chic, è bene mettere in luce che la lotta per difendere il pianeta in alcuni paesi è tristemente intrisa di sangue.

Pubblicato da
Giulia Borraccino