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Pignoramenti, il Fisco potrebbe entrare nei conti correnti

Il Fisco potrebbe ben presto entrare nei conti correnti per effettuare pignoramenti. La proposta del Ministero dell’Economia

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Il Fisco potrebbe entrare nei conti correnti per effettuare pignoramenti mirati e incastrare così tutti i debitori.

Ammontano infatti quasi a mille miliardi di euro le cartelle non riscosse. Numeri che rendono quanto mai urgente una riforma della riscossione con l’obiettivo di scalare la montagna dell’arretrato.

Proprio per questo si p pensato di far effettuare al Fisco “un accesso massivo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, in modo da verificare in anticipo, evitando attività manuali, quali dei soggetti iscritti a ruolo (18 milioni in tutto) siano intestatari di rapporti finanziari capienti per procedere ai conseguenti pignoramenti”.

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Fisco, la proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze

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La proposta di una riforma della riscossione coattiva per provare a scalare la montagna dell’arretrato arriva direttamente dal ministero dell’Economia e delle Finanze. 

Tra le proposte del MIF quella di rendere più incisivi gli strumenti che sono a disposizione del Fisco, a cominciare da un uso più incisivo delle banche dati sui conti correnti per effettuare dei pignoramenti mirati ai debitori del Fisco.

Come riporta Il Messaggero, in un documento del Ministero si parlerebbe della necessità di analizzare i conti correnti in quanto “buona parte dei pignoramenti non raggiunge alcun risultato, perché i conti correnti dei debitori sottoposti a pignoramento non sono capienti o, addirittura, non hanno un saldo attivo”.

In questo modo il Fisco potrebbe effettuare un accesso massivo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, in modo da verificare in anticipo quali dei soggetti iscritti a ruolo sono intestatari di rapporti finanziari capienti per procedere ai conseguenti pignoramenti.

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In parole povere questo vuol dire che il Fisco potrebbe essere autorizzato a un accesso immediato ai conti correnti di 18 milioni di debitori, per pignorare quanto dovuto per le cartelle.

Pubblicato da
Ramona Buonocore