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Garante privacy, via libera a certificazione verde ma blocco per app IO

Il Garante per la Privacy ha espresso parere favorevole nei confronti della cosiddetta certificazione verde e sulla attivazione della Piattaforma Nazionale-DGC per il Green Pass

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Il Green Pass si fa, arriva il parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali che dà il via alla attivazione della Piattaforma Nazionale-DGC.

L’ultima volta che il Garante si era espresso riguardo il Green Pass c’erano stati problemi legati alla normativa che avrebbe dovuto introdurre la certificazione verde in Italia. Ora che è stato sottoposto uno schema di decreto attuativo con adeguate garanzie, l’Autorità ha espresso quindi parere favorevole.

Il cosiddetto Green Pass o certificazione verde verrà utilizzata per permettere l’accesso a feste relative a cerimonie civili e religiose nonché per permettere l’accesso ad eventi pubblici e sportivi e per gli spostamenti tra le regioni. Ma gli utilizzi potrebbero ampliarsi.

Rimane ora però, come fa notare anche l’Autorità stessa, la necessità di individuare chiaramente nel momento in cui si avrà il decreto, quando deve essere chiesto a chi desidera accedere a un luogo o a un locale di esibire questa certificazione.

Garante della Privacy e certificazione verde: si può fare

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Il parere positivo sullo schema di decreto attuativo che attiva la Piattaforma Nazionale–DGC, quindi, non è scevro da alcuni punti che secondo l’Autorità vanno chiariti meglio. C’è per esempio la questione di capire quando effettivamente può essere richiesto di esibire il Green Pass. Cioè , in quale occasione o luogo sia necessario esibire la certificazione che consente di verificare che l’interessato o l’interessata abbiano concluso il ciclo vaccinale, abbiano effettuato un tampone negativo a ridosso dell’evento cui si intende partecipare o abbiano superato l’infezione da covid-19.

C’è poi da sottolineare, come ricorda l’Autorità, il Regolamento Europeo sul Green Pass. Il regolamento è al momento in fase di adozione dai diversi stati membri e prevede che possa essere esteso l’utilizzo anche per altri scopi rispetto agli spostamenti all’interno dell’Unione Europea. Questi ulteriori scopi, però, devono essere previsti chiaramente e regolati da norme nazionali.

E’ quindi compito degli Stati decidere sul proprio territorio a che cosa serve effettivamente il Green Pass. Il giudizio sullo schema del dpcm, in buona sostanza, è positivo ma l’Autorità ricorda che occorre estrema chiarezza sulle finalità del Green Pass. Un’altra questione che va messa, diciamo così, nero su bianco è chi deve rilasciare la certificazione: secondo l’Autorità l’unico luogo digitale in grado di emettere il Green Pass deve essere proprio la Piattaforma Nazionale-DGC.

La certificazione deve poter essere verificata soltanto attraverso l’app verificac19. Questa app è l’unica in grado di garantire il profilo di sicurezza nella gestione dei dati personali senza mostrare i dati sensibili relativi alla condizione dell’interessato dell’interessata rispetto al covid-19.

Per il recupero del Green Pass da parte degli utenti, il Garante ha utorizzato l’utilizzo soltanto dell’app Immuni ma non dell’app IO che al momento comporta delle criticità.

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Pubblicato da
Valeria Poropat