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Coronavirus: tanti i danni per l’economia cinese, e le banche centrali fanno orecchie da mercante

Mentre la Cina sta continuando a combattere contro il coronavirus, il mondo si sta chiedendo come poter entrare e salvare la situazione economia. L’unico modo sarebbe appellarsi alla Banca Popolare Cinese. Purtroppo, la riduzione dei tassi d’interesse e l’utilizzo di altre forme di allentamento potrebbero non bastare.

La banca centrale del Paese e le altre del mondo, in particolare FED e BCE, hanno contribuito enormemente a salvare economie e mercati finanziari all’indomani della crisi finanziaria del 2008. Le armi utilizzate furono i trilioni di dollari di denaro stampato e i tassi di interesse a prezzi stracciati.

Questa settimana, la Banca Popolare Cinese ha dichiarato di voler lanciare un massiccio programma di scambio di titoli di alta qualità con denaro contante, insieme a tagli dei tassi d’interesse a breve termine.

Molti economisti dubitano che tali passi possano effettivamente rimettere in sesto l’economia cinese. Considerando l’attuale blocco di molte attività economiche nel Paese, la autorità cinesi non riusciranno mai a compensarlo. Anche nel caso in cui l’epidemia venga definitivamente controllata, le cose non tornerebbero in fretta alla normalità, e la banca centrale sarà costretta ugualmente a ridurre i tassi nel 2020.

La Banca Popolare Cinese ha affermato di poter guadagnare 10 punti base dai tassi dei pronti contro termine a 7 e 14 giorni, con 1,2 trilioni di valuta locale iniettati nel sistema economico e finanziario. Tali affermazioni non hanno però calmato le vendite in Cina, anche se le azioni USA hanno registrato solidi guadagni in questa settimana.

La pandemia potrebbe anche tagliare le prospettive per il PIL cinese, ma la politica monetaria e quella fiscale, sotto forma di spesa in deficit, potrebbero riuscire a convergere per limitare il danno e arrestare la spirale discendente della attività economiche.

Pubblicato da
Cosimo Laneve